ANNO 14 n° 116
Riciclaggio d'auto: sfilano i testimoni
Il rivenditore professa la sua innocenza: 'Non sapevo fossero rubate, sono stato raggirato'
12/01/2022 - 12:28

di Andrea Stefano Marini Balestra

VITERBO - Nel corso dell’udienza in Tribunale a carico di un commerciante d’auto dell’alta Tuscia, l’ispettore della polizia stradale di Viterbo di Paola, sentito come teste, ha svelato il meccanismo che rendeva possibile ''riverginare'' auto rubate in vetture da poter vendere come nuove.

L’indagine giudiziaria condotta dalla sostituto procuratore Chiara Capezzuto partì nella primavera del 2020 allorché dall’Ufficio della Motorizzazione di Mantova era stato sequestrato un fascicolo relativo una Fiat 500 circolante nella nostra Provincia.

Incaricata dalla Procura, la sezione polstrada di Viterbo venne a scoprire che questa vettura era stata nazionalizzata con documenti tedeschi, ma in realtà, risultava rubata a Napoli. Gli inquirenti, raggiunsero queste conclusioni incrociando i dati di matricola del motore che non combaciavano con quelli del telaio. Infatti, qualcuno modificava quelli del telaio con quelli di vetture esportate all’estero, quindi creava cloni. Poi, mediante artifici, cioè con documenti falsi esteri, ottenevano la nazionalizzazione e la successiva reimmatricolazione in Italia.

L’elenco delle vetture rubate, poi rivendute dall’imputato nel suo esercizio in Grotte di Castro sarebbe vasto: da due Jeep Renegade, un paio di 500 ed un’altra diecina di auto sequestrate tutte risultate rubate nell’aerea napoletana. Scovato il ''sistema'' non è stato difficile per la polizia risalire ai furti che avevano dato il ''materiale'' poi da rivendere con nuovi documenti.

L’imputato si è dichiarato inconsapevole dei fatti e di aver agito in perfetta buonafede non sapendo di aver commercializzato vetture provenienti da reato. Infatti, egli sostiene di essere stato raggirato da un napoletano che gli forniva le auto. Questi, comunque, è stato già condannato con patteggiamento alla pena di anni tre e sei mesi di reclusione.

Per la Procura, ieri in aula con il pm Siddi, invece, i due erano in combutta, poiché tutto questo risulta da intercettazioni e bonifici tracciati e soprattutto per la cessione al salone di una 500 seminuova contro 13 vetture di infimo valore.

L’imputato professa la sua innocenza confermando di aver indennizzato i suoi ignari clienti che si erano visti sequestrare le auto presso di lui acquistate.

Il processo prosegue il 15 febbraio prossimo.






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