ANNO 14 n° 116
Ricatta la suocera con le foto del genero
Investigatore chiede 400 euro per far sparire le prove dei tradimenti
14/02/2017 - 02:02

VITERBO – ''Lei non mi conosce, mi chiamo Francesco. E so che suo genero tradisce sua figlia. Con diverse donne. Ho le prove: se vuole, può darmi 400 euro e scompariranno, altrimenti tappezzerò il paese con le fotografie''. Inizia con una telefonata e una richiesta di soldi, la vicenda che vede protagonista l’ignara e inconsapevole Elena F., 78 anni di Nepi. La suocera di un uomo, che, secondo la versione dell’investigatore privato che la contattò nel 2014, avrebbe ripetutamente tradito la moglie o che ora, assieme alla compagna e alla 78enne, è parte civile nel processo per estorsione a carico di Francesco F. e Roberta L.

''E’ successo tutto all’improvvisto, il sabato ho ricevuto la telefonata da quell’investigatore – ha spiegato la donna – il lunedì mattina mi sono ritrovata al luogo stabilito per consegnare tutti i soldi.''. Non prima però di aver avvertito i carabinieri. ''Non avevo certo intenzione di dargli realmente quella cifra – ha proseguito – così dopo la chiamata andai in caserma per chiedere consiglio su cosa fare. Mi dissero di fotocopiare le banconote e di avvertirli su dove e quando fosse avvenuto lo scambio.''.

Il lunedì successivo alle 13. Così come stabilito tra i due in un incontro faccia a faccia, fuori dall’abitazione della 78enne. ‘’Me lo sono trovato alla porta, mentre uscivo per andare a fare la spesa. Ho cercato di mantenere la calma. Ci siamo accordati e se ne è andato. Poi ho subito avvisato i carabinieri, come mi avevano detto di fare.’’. Quindi l’appuntamento.

Come in un film. Però reale, in cui molto hanno giocato le emozioni. ''Sono rimasta lucida durante tutto quel fine settimana, ma avevo paura. Non sapevo che intenzioni avesse quel Francesco. D’altronde mi aveva detto che se avessi detto a qualcuno dello scambio, mi avrebbe fatto del male e soprattutto avrebbe detto a mia figlia e al paese intero dei tradimenti. Sapeva tutto di me: le mie abitudini giornaliere. Cosa facevano tutti i miei famigliari. Era una situazione surreale.''.

Fortunatamente il coraggio dell’impavida Elena è stato premiato e il responsabile dell’estorsione portato in caserma. Ora è a processo assieme alla complice. Si tornerà in aula il prossimo 11 dicembre.






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