ANNO 14 n° 111
Reti d'Impresa: Lazio al sesto posto, ma a Viterbo il fenomeno non decolla
01/10/2014 - 00:42

VITERBO – L’unione fa la forza. L’hanno capito bene le aziende del Lazio, che in due anni hanno fatto lievitare il numero delle reti d’impresa del territorio fino a piazzarsi al sesto posto, dopo Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Abruzzo. A Viterbo, però, il fenomeno non ha ancora attecchito, tanto che il numero delle aziende che hanno deciso di aggregarsi non arriva nemmeno a 50.

Lo strumento delle reti d’impresa, nato nel 2009 per cercare di salvare dal nanismo le realtà produttive del Paese, oggi coinvolge a livello nazionale appena 7.870 aziende, cioè lo 0,18 per cento del totale. Percentuale che nel Lazio si ferma allo 0,13 per cento. Numeri comunque lievitati quasi di colpo in questi ultimi due anni: a fine 2012 le imprese coinvolte a livello nazionale erano 3530 appena e solo nel Lazio, ad esempio, 126 nuove realtà hanno deciso di mettersi insieme a fine 2013 per affrontare il mercato e le sue insidie.

Tranne Roma, però, dove il numero di reti a giugno contava la metà delle reti regionali (368) facendo salire la Capitale al secondo posto dopo Milano, nelle altre province del Lazio il fenomeno non ha ancora attecchito. Nessuna ha infatti raggiunto le cento imprese in rete: Viterbo è ferma a 20, Frosinone a 36, va meglio a Latina con 79 reti e chiude invece la classifica Rieti con 3.

Nel Lazio anche il numero di reti transragionali è alto, si attesta sul 63 per cento. Un dato opposto a quello che si è registrato invece in Sardegna, dove le reti si sono formate soprattutto tra realtà della stessa isola. Le imprese laziali, invece, hanno stretto accordi con società dell’Emilia Romagna, della Lombardia, dell’Abruzzo e della Campania. A essersi unite sono soprattutto le aziende che offrono servizi (58,5 per cento del totale), seguite dai costruttori e dalle imprese dell’immobiliare (20,6 per cento). Infine dall’industria manifatturiera e agro-alimentare.

Le imprese di servizi che hanno meglio compreso i vantaggi della rete e hanno primeggiato per numero, sono state quelle di consulenza legale, contabile che costituivano il 17,4 per cento del totale. Seguite dalle realtà che offrono servizi informatici (il 12,6) o assistenza sanitaria (8,7 per cento). Poche invece le aziende del turismo, appena 27. E meno quelle del commercio al dettaglio, 23. Nel settore di costruzioni invece le aziende in rete sono state 70, soprattutto edili. Mentre una piccola parte era costituita da studi di architettura e ingegneria (26). Nell’industria infine a fare sistema sono state in prevalenza le aziende della metalmeccanica (13), seguite da quelle della moda (8).

Le reti  sono composte in genere da imprese tra loro complementari, che possono mettere a fattore comune competenze diverse. Si tratta soprattutto di società ''bonsai’''. Nel Lazio più di 9 su 10 erano micro (65,9 per cento) o piccole (26 per cento). E la rete è stata vista come una opportunità per rafforzare la capacità di fare innovazione, di creare marchi, di vendere e di esportare. Unirsi migliora la competitività.






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