ANNO 14 n° 115
Raccolta fondi a favore
dell'omicida di Venzi
Organizzata dagli amici di Sabato
Battaglia per pagargli le spese legali
05/10/2015 - 00:00

VITERBO – ''Presso i negozi Stay Free Old Town Store, Poison Ink, Art Studio si raccolgono fondi per garantire l’assistenza legale a un ragazzo detenuto, vittima di un crudele destino… Difendere la fidanzata non è reato''. Questo l’appello che circola da venerdì scorso su Facebook. A postarlo sono stati gli amici di Sabato Louis Francesco Battaglia, il giovane di ventidue anni arrestato con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso, a calci e pugni, Federico Venzi, l’uomo di quarantatré anni, originario di Roma ma residente a Caprarola.

La frase “Difendere la fidanzata non è reato”, seguita dalla solidarietà nei confronti di Battaglia, era apparsa sui social fin dal giorno seguente l’arresto del giovane d’origine campana, figlio del killer della camorra Martino Galasso, reo confesso di ben trentuno omicidi, morto suicida a Viterbo, dove viveva sotto falsa identità, nel 2011. Un tam tam che è continuato e si è amplificato fino all’organizzazione della sottoscrizione per pagare le spese legali a Battaglia.

All’alba di domenica 27 settembre, per motivi ancora tutti da chiarire, Battaglia ha picchiato selvaggiamente Venzi, nei pressi della Rotatoria del Riello, abbandonandolo sul marciapiede esanime. Soccorso e trasportato all'ospedale di Belcolle, il 43enne è morto alcune ore dopo. Nella stessa mattinata, i carabinieri, seguendo le tracce di sangue lasciate da Battaglia, che durante il pestaggio si era ferito alle mani, e grazie ad alcune testimonianze, si sono presentati a casa sua e l’hanno ammanettato.

Il giovane ha ammesso di aver colpito Venzi e si è giustificato sostenendo che la vittima, completamente ubriaco, avrebbe importunato la sua fidanzata e avrebbe provato a toccarla. Ma la sua versione è stata smentita da più di una testimonianza, compresa quella della ragazza, Lorella Colman, studentessa universitaria di ventidue anni, residente a Vetralla, la quale avrebbe riferito ai carabinieri che Venzi non l’avrebbe nemmeno sfiorata. Tuttavia è nei guai è finita anche lei: è stata denunciata per favoreggiamento avrebbe ''coperto'' la fuga del fidanzato. Lo stesso reato è stato contestato ad altri due amici dell’omicida, che avrebbero tentato di ''depistare'' i carabinieri che stavano cercando Battaglia.






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