ANNO 14 n° 89
''Questa figuraccia la doveva evitare''
L'ex sindaco Marini sulla candidatura olimpica viterbese attacca Michelini
28/09/2016 - 06:05

di Antimo Verde

VITERBO -  ''La scelta di questa candidatura alternativa a Roma è ironica e da amante dello sport devo dire che qui siamo proprio alla farsa''. Firmato, Giulio Marini.

Non finiscono di montare le polemiche dopo l’incontro di lunedì a Rieti del sindaco Leonardo Michelini con gli altri sindaci di capoluogo del Lazio e la loro lettera aperta, scritta a otto mani, indirizzata alla giunta capitolina e al presidente del Coni, Giovanni Malagò.

A scatenare l’ironia e il vespaio di critiche dei viterbesi, nei bar e sui social network, l’idea del primo cittadino e dei suoi colleghi, ritenuta dai più surreale, di ospitare alcune competizioni dei Giochi Olimpici proprio nella Città dei Papi, all’interno della candidatura di Roma Capitale 2024.

Un sogno olimpico utopistico che stona con le criticità che si ritrovano ogni giorno ad affrontare i cittadini, dal problema rifiuti a quello della viabilità delle strade.

Una ''proposta indecente'' che proprio non è andata giù nemmeno ai consiglieri del gruppo Gal Moltoni e Insogna, che hanno chiesto subito un’interrogazione urgente al prossimo consiglio comunale, fissato per domani, per chiedere lumi a Michelini sui fatti reatini.

''Mi dispiace – continua Marini – che si attacchi così il sindaco, perché ci sono stato anche io nei suo panni, ma poteva evitare di farci fare questa brutta figura. Gli hanno in messo in mano una situazione imbarazzante con questo progetto dei Giochi Olimpici. Non c’è stato un dibattito in consiglio comunale su questa idea, non c’è stato un confronto per ponderare bene la candidatura. Questa è solo una sceneggiata orchestrata da qualche burattinaio…''.

''Gli impianti sportivi viterbesi – prosegue l’ex primo cittadino - sono sotto gli occhi di tutti e sono quello che sono: lo stadio Rocchi è adeguato, ma per la categoria in cui gioca. Anche gli altri capoluoghi laziali, penso a Rieti che organizza ogni anno il meeting di atletica o a Frosinone col suo stadio Matusa di serie B, non sono all’altezza per un palcoscenico del genere. E’ inimmaginabile pensare di potersi proporre con impianti che non bastano nemmeno ai viterbesi, figuriamoci a una platea mondiale come quella dell’Olimpiade''.

''Oltretutto – incalza – a Viterbo il piano regolatore è fermo da quarant’anni e rispecchia le esigenze di quel periodo. Non sono previste aree per lo sviluppo dello sport. Bisognerebbe delocalizzare alla Volpara tutta la cittadella sportiva. Un conto è dire – conclude – che se le Stato aiutasse la città, non solo con le strutture sportive, ci renderemmo disponibili per la candidatura, un altro è affermare che gli impianti sono già adeguati. A questo punto è meglio rimanere nella nostra dimensione ed evitare figuracce''.

Lo stop per la proposta di candidatura dei capoluoghi laziali potrebbe venire  però direttamente dal Coni. Come riporta il Fatto Quotidiano, i vertici del Comitato olimpico italiano si sono già espressi con parere negativo in passato sulla possibilità di spostare o delocalizzare gli eventi olimpici dalla capitale.

A suo tempo ci aveva già provato il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, candidando la città partenopea e poi il governatore Roberto Maroni proponendo addirittura tutta la Lombardia. Bocciate, perché non è tecnicamente possibile ''passare la palla'' ad altre realtà territoriali. Il dossier è già preparato e le regole del Comitato olimpico internazionale vincolano solo a un nome, Roma, o morte del sogno italiano a cinque cerchi.





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