ANNO 14 n° 115
Querelle Gigli-Birindelli, firme false, il gip chiede l'astensione
Scontro col pm sulla compatibilità
17/10/2014 - 01:30

VITERBO – ''L'udienza di oggi ha rappresentato una grossa delusione. E se penso che tutta questa storia nasce da un provvedimento di sospensione di dieci giorni per un comportamento non conforme, a mio avviso, alla normativa d'ufficio, credo che la faccenda abbia davvero dell'incredibile''.

A parlare è il direttore dell'Ater Ugo Gigli e la faccenda è quella che lo vede contrapposto all'ex assessore regionale Angela Birindelli. La stessa che al provvedimento di sospensione aveva risposto con ''le denunce''.

Ma procediamo con ordine e facciamo un passo indietro fino al 2010, quando l'ingegnere di Bolsena assume un incarico professionale esterno in qualità di coordinatore della sicurezza nell’ambito dei lavori di ampliamento della scuola media di Soriano nel Cimino Ernesto Monaci. Bene: secondo il direttore Gigli, la Birindelli non aveva messo al corrente l’Ater dell’incarico. E, a dicembre, scatta la denuncia per falso. (Che fa seguito a quella che l’ex assessora aveva presentato nel giugno 2013 contro Gigli per mobbing).

Dal canto suo, l’ingegnere, sentita in Procura, fornisce copia dell’autocertificazione al pubblico ministero Renzo Petroselli. Ma sarebbe falsa. Almeno così si legge sulla perizia che porta la firma della dottoressa Tiziana Agnitelli, perito grafologo giudiziario. “Si può esprimere con certezza un giudizio di falsità per la firma in verifica”. E le “firme in verifica” sarebbero tre.

Si tratta di incarichi piuttosto importanti, in termini di euro. “Dai quaranta ai sessantamila euro circa. Denaro che deve andare all’Ente e che, invece, per una parte non risulta incassato”, a spiegarlo era stato Gigli in persona, durante una conferenza che convocò nel mese di aprile per difendersi dagli attacchi “strumentali” che in quel periodo gli vennero mossi da alcuni personaggi politici.

“Dai confronti applicati – scrive la dottoressa Agnitelli nelle relazioni – si evince chiaramente che la firma in verifica è un falso: la composizione viene fatta utilizzando strumenti come la fotografia e la riproduzione attraverso lo scanner, che permettono di importare sul personal computer immagini realistiche che poi possono essere riprodotte sui documenti con estrema facilità e precisione”. Un assunto che, tradotto in termini spiccioli, equivale al copia e incolla, “effettuato scansionando la firma autentica apposta sul contratto di lavoro, e procedendo ed ingrandimento ed applicazione della stessa''.

Okay, ma la dottoressa Agnitelli potrebbe anche aver commesso un errore e, allora, l'avvocato Enrico Valentini, che assiste Gigli insieme al penalista Pierfrancesco Bruno, chiede l'incidente probatorio, accolto dal gip Franca Marinelli e previsto per il 26 settembre scorso. Ma che ancora non s'è fatto.

Era stato il pubblico ministero Renzo Petroselli ad opporsi. E la circostanza aveva suscitato non poche perplessità, ''Non capisco – aveva confidato Valentini al rinvio del 2 ottobre scorso - questa strenua opposizione da parte di un procuratore della Repubblica nei confronti di un indagato che vuole l'accertamento della verità, compresa quindi la sua eventuale responsabilità''. Per il legale è un fatto che non ha senso. ''E' davvero incomprensibile”, aveva detto. Non solo. ''Secondo il dottor Petroselli la perizia non è ammissibile perché i documenti sono fotocopiati e allora mi chiedo: non sono attendibili per essere sottoposti ad una verifica peritale ma lo sono per formulare accuse contro un persona? Mi pare che tutto questo abbia dell'incredibile''. E, ancora, ''ritengo doveroso – aveva concluso l'avvocato – consentire ad un indagato di compiere atti difensivi, soprattutto in casi come questo, dove insistono lacune difensive''.

Ma per il pm, evidentemente, non è così. E non si è opposto soltanto allo svolgimento di una nuova perizia: tra le eccezioni presentate anche quella sulla compatibilità funzionale del giudice: alla seduta del 2 ottobre scorso, la dottoressa Marinelli con un'articolata ordinanza si era dichiarata competente. E, qui, si apre tutto un altro capitolo, perché il pm Petroselli si sarebbe dimostrato talmente contrariato da indurre il gip a chiedere l'astensione. Una decisione presa, con ogni probabilità, per via del notorio rispetto della dottoressa Marinelli per l'imparzialità e la trasparenza della funzione giurisdizionale.

Adesso la decisione spetta al presidente del tribunale che dovrà stabilire, a breve, se accogliere meno la richiesta del gip.

A questo proposito l'avvocato Valentini ha commentato: ''Posso apprezzare l'operato del gip e, a questo punto, mi aspetterei che il pm assumesse lo stesso atteggiamento''.





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