ANNO 14 n° 115
Tuscialand Quelle buche del Comune che si dovrebbero evitare
di Edmond D Dantes
29/05/2016 - 02:01

di Edmond D Dantes

Una piccola premessa: parlerò di una città di cui sono incantato di un amore infinito, la nostra. Una città bellissima ricca di Storia, di scorci paesaggistici bellissimi, a volte gioiosa, indolente e malinconica. Per questo sono stufo di vederla trattata così da una politica approssimativa e sciatta.

E non è una questione di destra o di sinistra, di conservatori o riformisti, di centro e marimovo. Né di un qualunquismo autoassolutorio, atteggiamento di gran moda negli ultimi tempi.

Palazzo dei Priori è diventato un caleidoscopio d’idee rabberciate, un’agorà del niente trasformato in nulla. A volte sembra di assistere alla famosa trasmissione televisiva di qualche anno fa, la Corrida. Quella dei dilettanti allo sbaraglio. Certo, ci sono persone in quest’amministrazione comunale, che fanno il loro lavoro con impegno e passione. Che devono fare i conti con il piano di stabilità, con un bilancio povero assai, con la crisi economica. Nessuno sorvola su questi problemi, anzi. Ma non possono diventare un alibi per non tentare di risolverli. Nessuno chiede miracoli, ma un atteggiamento più responsabile sì. Soprattutto da parte di chi dichiarò solennemente, a elezione avvenuta, che avrebbe cambiato la città e il modo di amministrarla. A volte si ha come l’impressione che i giochi di potere e di partito, vendette di correnti e personalismi vari, sopravanzino gli interessi della collettività. E quando se ne occupano fatte salve rare eccezioni, è un disastro.

Prendiamo la storia del limite di velocità di trenta all’ora su alcune strade, a causa delle buche. Decisione presa per tutelare il Comune dinanzi alle tante richieste risarcitorie per i danni patiti dai viterbesi.

A parte il fatto che andiamo anche più piano del limite di velocità imposto dal Comune, per non sfasciare ammortizzatori e ruote. Ma i cittadini che vanno a piedi, di grazia, cosa devono fare? Perché, oltre le trincee carsiche delle strade, ci sono i marciapiedi disconnessi e messi pure peggio. Dobbiamo munirci di trampoli, portarci dietro delle tavole da stendere sui marciapiedi per camminare? E poi, mentre prendiamo l’ennesima buca, leggiamo sul giornale che l’assessore competente dichiara che il 2017 sarà l’anno delle strade. Sembra uno scherzo, ma purtroppo non è cosi. Ma è possibile che non ci siano soldi da destinare per quelle strade messe peggio? Almeno quelle che rappresentano l’entrata in Città? Il famoso biglietto da visita per quanti scelgono di visitare Viterbo?

O gli ascensori a Valle Faul, tristemente fermi in un immobilismo metaforico e sornione. Almeno mettete un cartello avvisando che non funzionano. Perché è assai triste vedere, come capita spesso, cittadini ignari che aspettano con il naso all’insù, qualcosa che non arriverà mai. Che senso ha dichiarare conclusa un’opera se non funziona del tutto?

Nemmeno l’orologio della torre a piazza del Comune segna l’ora esatta. Chissà quale tecnicismo burocratico si cela dietro quelle antiche lancette da non consentirne la manutenzione.

Quello che manca è una visione complessiva di città e un progetto coerente di rilancio con programmi chiari e semplici. Ma il danno ancor più grave è quello di aver stracciato il patto civico con i cittadini. Di averli allontanati definitivamente dalla partecipazione necessaria per il buon andamento civico. Ci saremmo aspettati almeno uno scatto di orgoglio da parte di amministratori figli di questa terra. Nemmeno questo.

E non basterà cari miei, evitare le buche più dure, come canta Lucio Battisti, per impedire un probabile fallimento politico e amministrativo di questa città, di cui voi e la politica viterbese in generale, vi dovrete assumere la responsabilità.

Nessuno escluso, tranquilli.





Facebook Twitter Rss