ANNO 14 n° 110
Punk forever, Sogno di un mattino di mezza primavera
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<<
10/03/2014 - 02:00

di Massimiliano Capo

Oggi, sarà il sole che finalmente sembra non temere alcuna nuvola, sarà la temperatura insolitamente piacevole, sarà la pigrizia di una domenica mattina di primavera anticipata ma io di scrivere la rubrichina punk non ho voglia.

Sto qui da un po’, col portatile appoggiato alle gambe con in mezzo il piumone, la tazza di caffè e miele che mi guarda dal comodino con i libri che la circondano anche loro in relax, la pagina di Facebook aperta in cerca di non so bene cosa ma non mi viene in mente nulla se non che vorrei essere su una spiaggia con la ragazzina dai capelli rossi e tirare sassi nel mare dalla sdraio e poi farci le foto e poi guardarci negli occhi prenderci per mano e avvicinarci e sfiorarci le labbra e allungare la lingua e poi sentire il sapore e poi baciarci e poi far l’amore lì, su quella spiaggia deserta e calda e col mare blu che sembra di stare chissà dove ma invece è a Pescia Romana.

Perché a me questo sogno ad occhi aperti è venuto di ambientarlo a Pescia Romana non lo so e di scomodare Freud a quest’ora non ho voglia, ma insomma ero lì tipo dalle parti di Costa Selvaggia e ci eravamo solo io e la ragazzina dai capelli rossi e tutto sembrava un film d’amore di quelli fatti bene, con la musica giusta e tutto il resto, dove anche le scene porche porche non sono perché l’amore rende tutto puro e poi di più bello di far l’amore nulla c’è e allora tutto va bene.

Insomma, ero lì, sulla spiaggia della Costa Selvaggia dei sogni con la ragazzina dai capelli rossi al mio fianco e tiravo i sassi e la guardavo e mi piaceva sempre di più con quegli occhi svegli e ragazzini, con quei capelli lunghi e ragazzini anche loro e mi ricordo che avevo visto un film e che mi era piaciuto e che volevo farlo vedere anche a lei.

Perché non c’è niente di più meraviglioso di fare le cose insieme alla ragazzina coi capelli rossi.

I film non sono più come quando li hai visti da solo. I libri non sono più come li hai letti quando li hai letti da solo.

Niente è come prima quando decidi di condividerlo. Quando decidi di contaminarti con la vita della ragazzina dai capelli rossi, quando decidi che non ti basti più, che hai da dare e allora rischi e ti metti in gioco e ti tuffi nel mare blu della Costa Selvaggia dei sogni e torni indietro e hai trovato una stella marina rossa coi puntini come quella dei libri delle favole e che si muove e tu la dai alla ragazzina dai capelli rossi perché la vuoi tutta per te e lei la sfiora, la accarezza e la rimette in acqua perché un’altra ragazzina dai capelli rossi la possa ricevere in dono dal suo amore che come me stamattina sogna queste cose perché fuori c’è il sole ed è domenica e non c’è nessuno che rompa i coglioni e si sta bene così.

Ecco, io il film che vorrei vedere insieme alla ragazzina dai capelli rossi è questo: CLICCA QUI

Dura poco più di mezz’ora e anche se è in inglese guardatelo perché non serve capire i dialoghi che sono anche pochi.

Dentro però c’è tutto. Tutto quello che vorremmo saper dire alla mostra amatissima ragazzina dai capelli rossi e cioè che noi ci siamo. Che siamo qui. Per lei, per le sue paure, per i suoi sogni, per i suoi desideri.

Che ci siamo perché lei c’è, è qui con noi, a tenerci la mano quando abbiamo paura, ad accarezzarci la fronte quando sogniamo, ad abbracciarci quando desideriamo. E, lei, la ragazzina dai capelli rossi, ha la stessa nostravoglia di starci ancora e ancora e di crescere e di condividere le energie belle dell’amore.

Perché l’energia dello scambio torna sempre ed è più forte di prima e ci tiene sul lato caldo e assolato della vita, quello da cui non vorremmo mai spostarci.

Poi mentre son qui a sognare e a guardar fuori dalla finestra la mia Costa Selvaggia dei sogni ragazzini, mi capita davanti agli occhi una paginetta di un libro e allora decido che mi piace e anche questa la voglio condividere con la ragazzina coi capelli rossi e allora la copio e la incollo qui e poi lei la legge e mi dice wow. Eccola, è tratta da un librino che racconta di cose piccole e piccolissime, tipo una chiesa che ha posto per un solo fedele o la disco per dieci persone o l’albergo con un solo letto o il cinema per due persone costruito dentro una macchina: ‘’C’è un pubblico che questo cinema non riesce proprio a coinvolgere, tira dritto quasi infastidito da ciò che reputa così strambo e inutile. Una signora dice ironica alla figlia piccola, “E io dovrei entrare lì dentro?”. La bambina ride e commenta, “Che stupidata, tanto vale vado al cinema vero”. Mentre le guardo andar via ridendo mi viene da pensare ai cattivi insegnamenti. Ragionando così, mi dico, al mondo non s’inventerebbe più niente. Senza azzardare combinazioni inusuali ci fermeremmo a ciò che già conosciamo. Diventeremmo i nuovi primitivi. Invece c’è bisogno di fare un cinema in una macchina, mettere per terra il segnale Pericolo che però non indica nessun pericolo, sistemare vicino un leggio e chiamarlo Cortomenù, dal quale poter scegliere il cortometraggio o il documentario che si vuol vedere. Un cavatappi dentro una bottiglia potrebbe essere un’altra idea, mi dico. Io di solito non so mai dove ho messo il cavatappi. In quel modo sarei sicuro di trovarlo al posto giusto. Inventare ciò che non serve significa inventare il bello.’’(per chi vuole il libro è questo: CLICCA QUI Io me lo sono fatto suggerire dal blog di Matteo B. Bianchi che è questo: CLICCA QUI)

Enjoy.





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