ANNO 14 n° 110
Punk forever, La gioia è l'amore
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<<<
19/01/2014 - 23:00

di Massimiliano Capo

A me questa storia che l’amore deve essere sofferenza e fatica e rinuncia mi è sempre stata sul cazzo.

Ma proprio tanto. Ma tanto tanto assai. Quasi più di ogni altra cosa al mondo.

Perché a me l’amore piace felice, pieno, espansivo. In una parola, irresponsabile.

Sì, a me l’amore piace quando non si deve far carico di null’altro che della nostra più intima e profonda felicità.

Sarà che a scuola ci hanno sfracassato le palle con i poeti romantici, con quelli che stavano sempre male e dovunque andavano passavano le giornate a pensare a quella che non gliela avrebbe mai data o a quella che non gliela dava più e allora giù a piangere e a pensare come sarebbe stato bello se la tipa invece gliela avesse data o a ripensare a quanto era bello prima di essere sfanculati irrimediabilmente e di solito per uno che era uno stronzo qualunque, magari nemmeno un poeta e nemmeno intelligente come loro che passavamo le giornate a menarselo con la sofferenza nel cuore e la tristezza tutta intorno, ma insomma a noi pare normale che l’amore sia questa cosa qui.

Tutta una storia di mancanze, di vuoti di colmare, di chi più soffre più ama.

E giù con le canzoni che ti strappano la carne di dosso che nemmeno dovessi espiare la colpa più cosmica che c’è se non ami più qualcuno. E giù con i libri che ti insegnano che ogni volta che provi a sorridere delle cose della vita ti devi sentire in colpa per i prossimi dieci capitoli.

Ecco, è tipo il non possiamo non dirci cristiani tanto in voga a queste latitudini, così non possiamo nemmeno non dirci figli di questa idea un po’ singolare dove affermare la gioia e il piacere sulla sofferenza e il peccato è considerato un atteggiamento deprecabile. E soprattutto irresponsabile.

Come se l’ipocrisia sia meglio dell’affermare la vita in tutte le sue potentissime contraddizioni, con tutte le sue cosmiche, e perciò stesso, confuse energie.

Perché stamattina mi sono svegliato così non lo so, o meglio lo so. Ci sto pensando su da un po’ di giorni, dalla scorsa settimana in cui mi sono messo a scrivere e a dire a tutti che la felicità esiste.

E mi è piaciuto così tanto scriverlo (e dirlo) che esiste, che oggi mi va di dire anche che l’amore esiste. Esiste tantissimo. E fa godere tantissimo.

Ecco, l’amore è esagerato. Esagerato in tutto. Cioè, a me mi piace così.

E mi piace fatto della somma di tante piccolissime cose che per me non hanno mai il sapore della sottrazione dal sé più profondo. Anzi. Tutt’altro.

L’amore sta tutto dentro l’affermazione di sé, piena e convinta. Decisa, volitiva. Gioiosa e gaudente.

E come resta un mistero il perché nasce un amore, mistero che affidiamo per essere sciolto al fato a dio a buddha, insomma a chi ci accompagna e da un po’ di sollievo alla altrimenti incomprensibile nostra esistenza terrena, dovremmo assumere lo stesso atteggiamento anche per quando un amore finisce.

Perché non c’è mai una spiegazione, ci si può pensar su per mesi, per anni, ma alla fine non c’è nessuna ragione perché un amore finisce. Finisce e basta. Così come comincia e basta.

E non si tratta di esser cinici. E non si tratta nemmeno di non star male.

Perché si sta male, anzi malissimo. Si soffre come mai nella vita. E il cinismo e il disincanto non sono certo la cura anche se aiutano.

È che è semplicemente così. Ti svegli un mattino e non trovi più le parole. E tutto quello che hai detto e fatto insieme al tuo amore non ti parla più. E far l’amore diventa un fastidio. E quella pelle da cui non riuscivi a star lontano fino alla sera prima non è più la tua pelle.

Perché ci si allontana davvero solo quando ad allontanarsi sono i corpi e i desideri. Il resto è contorno. Importante, ma alla fine inessenziale.

Succede. E non c’è rimedio.

 

Come diceva il poeta, scopare bene questa è la prima cosa. E come tutti i poeti, tranne quelli romantici, ha sempre ragione lui.

Ci vede più lungo degli altri. 

p.s.: per chi fosse nei paraggi di Bologna o decidessi di andarci tra il 23 e il 26 gennaio prossimi, io sono lì con una mia operina (CLICCA QUI), ogni giorno dalle 17 all’una di notte. E per non farmi mancare nulla metterò anche i dischi. Così, per essere felice.





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