ANNO 14 n° 116
Punk forever, La Dc o di una grande storia d’amore
>>>>> di Massimiliano Capo>>>>>
05/08/2013 - 04:00

di Massimiliano Capo

Sarà il caldo intenso di questa tarda mattinata estiva in cui scrivo, sarà che l’estate favorisce gli amori, sarà che l’oroscopo racconta che per noi toro, sebbene Saturno contrario, ad agosto la presenza di ben cinque pianeti nel segno è una svolta soprattutto per i sentimenti, insomma sarà per tutte queste cosine messe insieme, per le energie cosmiche che tanto amo, perché il sole shine on e speriamo che duri a lungo, insomma.

Insomma, sarà perché poi stavo rileggendo queste cose (perché d’estate come per la tele vanno in onda le repliche per i libri vanno in onda le riletture): ''fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l’amore è niente più, sei tu che confondi l’amore con la vita'' e poi quest’altra: ''ma io vivevo solamente negli spazi delle mie emozioni d’amore e dove più stavo male e più le intimità erano stravolte dalla passione e i miei pensieri dal sentimento, e dove i miei equilibri più infranti e le mie sicurezze turbate, più mi sentivo di esserci. Cercavo solamente grandi burrasche emotive. Questo per me era l’unico modo di amare’’ e poi ancora: ''ma io volevo baci larghi come oceani in cui perdermi e affogare; volevo baci grandi e baci lenti come un respiro cosmico, volevo bagni di baci in cui rilassarmi e finalmente imparare i suoi movimenti d’amore’’; insomma é così che alla fine ho deciso di parlar di cuorequellochefarimaconamore.

Insomma.

La notizia è questa: io con la Dc, e finalmente ci sono arrivato a 'sta benedetta Dc, io mi ci sono innamorato. E per questo io alla Dc gli voglio bene.

Cioè ai tempi di questa storia la Dc era già finita, esplosa, morta e sepolta ma nemmeno mezz’ora era resuscitata e,come ora, era ed è ovunque. Come prima poi e per sempre. Cioè non è cambiato niente tranne che io.

Tranne che io mi sono innamorato.

Io mi sono innamorato in un grigio pomeriggio d’autunno, di quelli che fa freddo e mezzo piove e io li odio se non fosse questo il pomeriggio dell’amore biondo.

Insomma, Giuseppe il mio amico della Dc anche quando la Dc non c’era già più ma era subito risuscitata mi ha invitato ad un convegno e io ci sono andato.

Arrivo, la sala è ancora semivuota e comincio a salutare tutti. Perché io la Dc la conosco tutta o quasi. E mentre ero lì a salutare dire fare pensavo ma guarda tu che cazzo di modo di passare un pomeriggio d’autunno freddo e che mezzo piove e che odio, insieme a ‘sti tipi democristiani che a me mi sembrano quasi sempre come un pomeriggio d’autunno. Cioè non li odio, ma insomma.

Insomma, ero lì che cercavo di dare un senso al mio pomeriggio d’autunno che ad un certo punto mi giro verso l’ingresso come se una delle misteriose energie cosmiche mi avesse spinto a farlo proprio in quell’esatto momento e proprio in quell’esatto momento io mi sono innamorato.

Di un cappotto nero chiuso fino al collo, di due occhi verdi dritti e profondi e stronzi e di tanti capelli biondi come il sole che non si vedeva da mesi in quei tanti pomeriggi d’autunno tutto uguali.

Insomma, io mi giro e con gli occhi seguo quegli occhi quei capelli e quel cappotto fino alla fila di sedie davanti a me.

Insomma, in quella sala che nella vita normale di sala è un teatro e lì serviva da sala conferenze, insomma tra quelle poltrone di velluto rosso io non ho visto più nessuno tranne quegli occhi verdi e dritti e profondi e stronzi.

E ho chiesto con la solita nonchalance che ho quando vado nel panico del cuore di chi fossero quegli occhi verdi e dritti e profondi e stronzi e alla risposta che non ho nemmeno sentito ho detto ok la amo.

E poi pur sapendo dove fosse, dove potevo trovarla, dove potevo aspettare per incontrarla io per un anno non ho fatto nulla. Ma non ho smesso di pensarci mai. Perché io due occhi verdi dritti profondi e stronzi come quelli non li avevo mai visti e mai li vedrò per sempre.

Poi non ricordo come, io quegli occhi invece li ho rivisti da vicino. E ne ho sentito anche la voce. E ho visto un sorriso bianco come la sabbia nelle foto dei posti tropicali. Insomma, quei posti dove insieme vedi il verde del mare il giallo del sole il bianco della sabbia e hai voglia di stare solo lì per sempre basta che ci sia una connessione ad internet.

Insomma, mi sono innamorato di una meravigliosa persona isola del tesoro tropicale che era lì davanti a me.

E poi ci sono uscito. E poi ci sono uscito di nuovo finché un giorno ad un concerto di non ricordo chi perché quando sono sull’isola tropicale che vorrei star solo lì basta che ci sia una connessione ad internet, io di quello che c’è intorno non ricordo niente, insomma.

Insomma, a quel concerto a un certo punto mi sono sentito abbracciare da dietro ed è stato come fare il bagno nell’acqua più calda e dolce che c’è.

E io in quell’abbraccio sarei voluto rimanere per sempre perché io in quell’acqua ero io, proprio io.

E poi con quegli occhi dritti profondi e stronzi ci sono andato a casa mia e prima di arrivarci ci ho camminato mano nella manoed ero così emozionato che mi cacavo sotto solo a sfiorarla. E a casa ci ho visto l’alba. E poi altre albe e poi ci ho fatto le foto e poi ci ho sentito la musica e poi li ho abbracciati quegli occhi dritti profondi e stronzi. E poi un giorno io quei due occhi dritti profondi e stronzi mentre uscivano dalla mia cucina li ho baciati. Con la lingua che sapeva del mare tropicale proprio come me lo ero immaginato e come vorresti che sapessero tutti i mari del mondo. E poi l’ho stretta forte e poi non la volevo lasciare più. E poi, insomma io ero felice e volevo fare tutte le cose con lei. Tutte. Farci l’amore ma pure i viaggi e pure le cose stupide come cucinare, dipingere, ridere. Insomma, la vita. Perché la vita è fatta a pensarci bene di cose stupide. Ma se incontri due occhi verdi dritti profondi e stronzi e allora non sonopiù così stupide ma sono le cose della vita più meravigliose che vorresti fare sempre e sempre e sempre e sempre ancora.

Perché la vita è una cosa meravigliosamente stupida quando ami due occhi dritti profondi verdi e stronzi come quelli e senti il sapore del mare salato entrarti in bocca e non uscire più.

Poi dopo un po’ non ci siamo più visti e poi di nuovo sì e poi no ancora.

E io però di quei due occhi dritti profondi e stronzi non so fare a meno.

Perché come la Dc sono ovunque anche quando non ci sono più.

E per questo devo ringraziare Giuseppe, per un pomeriggio d’autunno di quelli che fa mezzo freddo e mezzo piove e io li odio se non fosse stato il pomeriggio dell’amore biondo.

E ora che la musica cominci, ricordando Pier Vittorio Tondelli che sto rileggendo e che ha scritto sulla vita e l’amore e il rock e l’arte e gli anni ottanta molto più di quello che ho riscritto io all’inizio e che ha compilato questa playlist che mi ha accompagnato finora, eccola:

CLICCA QUI PER ASCOLTARE LA PLAYLIST





Facebook Twitter Rss