ANNO 14 n° 88
Punk forever, La Cina è vicina
>>>> di Massimiliano Capo <<<<
24/06/2013 - 04:00

di Massimiliano Capo

Io nel millenovencentottantatre sono stato in vacanza in Grecia. Nel millenovecentottantatre in Grecia era da poco che non c’erano i colonnelli. C’era gente che andava in Grecia per combattere contro i colonnelli e c’era gente che andava a vedere come si faceva ad essere colonnelli per rifarlo qui. Ma questo era prima del millenovecentottantatre. Era nel millenovecentosettantaequalcosa. Io in Grecia ci sono andato nel millenovecentottantatre e c’era di nuovo la democrazia. La democrazia se la sono inventata i greci così come molto altro. E nel millenovecentottantatre c’era. E c’era anche il mare blu, la feta, i suvlaki, le rovine, il vento e lo smog. Atene era piena di smog traffico casino che sembrava Roma. Almeno, a me sembrava Roma.

A Roma avevo uno zio che oggi non ci vive più. E’ tornato al suo paese. Ma a Roma dallo zio io ci andavo nel millenovecentosettantaequalcosa e non c’era casino. Il casino c’era dopo. Nel millenovecentottantaequalcosa.

A Roma ho preso la metropolitana nel millenovecentosettantasei. A Roma nel millenovecentosettantasei è morto Mao, il capo dei cinesi. Cioè, Mao è morto a Pechino, a casa sua. Ma a Roma nel millenovecentosettantasei c’era scritto sui muri della metro che Mao era morto. A Roma,nel millenovecentosettantasei sui muri della metro c’era attaccata una carta con su scritto che era morto il compagno Maozetung e che i compagni italiani erano tristi e se lo ricordavano e per sempre se lo sarebbero ricordato perché la Cinaeravicina. Ora, che la Cina fosse vicina a me nel millenovecentosettantasei non sembrava e nemmeno nel millenovecentottantatre e nemmeno oggi che di cinesi è pieno il mondo.

A ripensarci bene e a guardarsi intorno però la Cina doveva essere vicina davvero. Cioè, è qui. E allora anche io sono triste per la morte del compagno Maozetung perché era uno di noi.

Nel millenovecentottantatre sono stato in vacanza in Grecia con i miei. I miei avevano una kadett 1000 azzurro metallizzato. Eccola, CLICCA QUI 

Lo stesso colore del mare greco nel millenovecentottantatre. In Grecia nel millenovecentottantatre ci sono andato in macchina. Con la kadett 1000 azzurro metallizzato e i sedili neri in similpelle.

Nel millenovecentottantatre c’erano ancora le stagioni e d’estate era caldo. Caldo da quando chiudevano le scuole a quando riaprivano. Mai prima e mai dopo. Era caldo giusto per le vacanze che c’erano per tutti allo stesso momento. E non c’era più nessuno in nessun posto perché erano tutti in vacanza. Cioè, il mondo si svuotava. E per le vacanze in Grecia nel millenovecentottantatre era molto caldo.

Nella kadett 1000 nel millenovecentottantatre eravamo quattro, insieme alle valigie, ai giochi da spiaggia, al termos dell’acqua e ai libri. Nel millenovecentoottantatre nella kadett 1000 in quattro con tutte le cose non c’era l’aria condizionata.

Ora, io l’aria condizionata la odio. Ma nel millenovecentottantatre per arrivare in Grecia quando le scuole erano chiuse e l’estate era estate e c’erano ancora le stagioni e in molti posti era ancora tutta campagna, insomma in quel tempo, nella kadett 1000 faceva un caldo disumano. E il rumore dei finestrini semiaperti ti rincoglioniva e il torcicollo era sempre in agguato. E io di quella vacanza in Grecia nel millenovecentottantatre ricordo tutto. Anche il carrello tenda che ci tiravamo dietro. Perché andavamo in campeggio ma non piaceva a nessuno. O almeno a me non piaceva. Come cantava De Gregori, e terra e polvere che tira vento e poi magari piove. Insomma, io in campeggio ci stavo di merda. E poi.

E poi i sedili scottavano. Ecco, il mio ricordo più forte della mia vacanza in Grecia del millenovecentottantatre. I sedili della kadett 1000 azzurro metallizzato dei miei scottavano. Scottavano sempre. Anche all’ombra. Anche d’inverno anche se non me ne accorgevo perché avevo i calzoni lunghi. Scottavano sulle gambe scoperte da bambino, scottavano sui culi seminudi di ritorno dal mare color kadett 1000 del millenovecentottantatre. Scottavano che a metterci l’asciugamano bagnato si asciugava subito. E poi le magliette sudate. E il pane col tonno e i sottaceti. E l’acqua fredda da bere piano sennò fa male. Insomma, la Grecia era bella, la Cina vicina, il culo scottava e il mare era blu.

Oggi per andare in Grecia come altrove ci si scaricano due app, si prenota un low cost, si affitta una smart. Ed è meglio così. Da nessun dolore (che Battisti mi perdoni) a nessun sudore il passo sembra breve ma non lo è.

Qui trovate come andare in Grecia e altrove sapendo cosa pensano altri come voi di dove volete andare così ci andate sapendo e non come me che non sapevo nulla se non che il mare era blu come la kadett 100 dei miei e che c’erano gli antichi greci e le rovine e i colonnelli che già non c’erano più:

CLICCA QUI

Nel millenovecentottantaquattro mi sono innamorato di Daniela. Daniela usciva col mio migliore amico che però l’amava poco. O comunque non come lei voleva e siccome io ero il suo migliore amico (di lui) lei me lo ha detto e mi ha detto di parlarci e io ci ho parlato e lui mi ha detto la amo ma poco e lei era triste e mi chiedeva di parlarci di nuovo e io ci riparlavo e insomma alla fine a innamorarmi perdutamente sono stato io.

Nel millenovencentottantaquattro come nel millenovecentottantatre le stagioni c’erano e d’inverno era freddo. E un giorno d’inverno del millenovecentottantaquattro pioveva e io ero col mio migliore amico sul suo boxer piaggio (eccolo qui: CLICCA QUI) si andava senza casco e pioveva e ci bagnavamo. E incontriamo Daniela sul suo motorino anche lei bagnata e senza casco e aveva freddo e il mio amico col cazzo che gli da la sua giacca e allora gliela do io e torno a casa con la febbre e lei mi telefona per dirmi come sto e io mi innamoro.

Insomma mi sono innamorato raffreddato.

E l’ho amata per anni anche se mi ci sono fidanzato solo per otto ore. Però gliel’ho detto che l’amavo e quelle otto ore che ho passato a sognarla sono state bellissime.

Poi nel millenovecentottantacinque ero ancora innamorato di Daniela e sono andato a Albinia in campeggio a trovare mia sorella. E mi sono comprato una radio. Un radio che leggeva anche le cassette. Un radio che leggeva anche le cassette anche se io ad Albinia nel millenovecentottantacinque di cassetta ne avevo portata una sola. E sentivo solo una canzone, questa: CLICCA QUI PER ASCOLTARE

E nel millenovecentottantacinque ad Albinia nel campeggio sotto il sole caldo dell’estate che allora era estate e veniva quando chiudevano le scuole io mi ricordo che tutti sentivano solo questa canzone. Ma forse non è così me lo ricordo solo io perché io quell’anno ho capito che l’amore è una cosa meravigliosa ma quanto fa male. Cazzo quanto fa male.

Figli delle stelle, eccola CLICCA QUI PER ASCOLTARE io l’ho ascoltata la prima volta nel millonovecentosettantotto.Più o meno quando è uscita. E dal quel giorno non me la sono più scordata. Io di Alan Sorrenti nel millenovecentosettantotto non sapevo nulla. Aveva fatto un album bellissimo e io non lo sapevo. Si chiamava Aria e lo trovate qui: CLICCA QUI PER ASCOLTARE

E non c’entra nulla con Figli delle stelle. Io Aria l’ho comprato a New York perché che Alan Sorrenti avesse scritto altro prima e dopo Figli delle stelle io l’ho scoperto nel duemilauno. Quando sono andato a New York per la prima volta. Ma questa è un’altra storia.

Insomma a me Figli delle stelle cambia la vita e mette allegria e la sento ogni volta che voglio essere più felice di come sono. Insomma come Suor Dentona che mi fa ridere con la sua missione a cui tiene tanto. Ma di questo e di tutto il resto, alla prossima volta.





Facebook Twitter Rss