ANNO 14 n° 89
Punk forever, Isteria e vibratori
>>>>di Massimiliano Capo<<<<<
06/05/2013 - 04:00

di Massimiliano Capo

VITERBO - Rachel P. Maines ha scritto questo libro ormai quasi quindici anni fa. In Italia lo ha pubblicato Marsilio nel 2001. Racconta della nascita dei vibratori e delle macchine del piacere come strumenti terapeutici utili nella cura dell’isteria (e di come questa storia si incrocia con la crisi del modello androcentrico).

Fin dai tempi di Ippocrate curare le crisi isteriche inducendo meccanicamente all’orgasmo è stata una prassi assai diffusa, messa in discussione solo dalle acquisizioni delle diverse teorie psicoanalitiche. E siamo ben oltre gli anni venti del Novecento.

Questo libro si intitola ‘’Tecnologia dell’orgasmo’’ e se ne parlo qui è innanzitutto per la suggestione fornita dal titolo oltre che per la mole impressionante di notizie che contiene e per le domande che sollecita. Prima fra tutte: come resistere di fronte al Chattanooga, la macchina del piacere venduta nel 1904 alla folle somma di duecento dollari?

Ando Gilardi è stato un grande fotografo, un grande teorico della fotografia ed un bravissimo scrittore di storie. Questo libro è uscito nel 2002 edito da Bruno Mondadori e contiene una quantità di immagini impressionante e un meraviglioso testo ad accompagnarle, meraviglioso per acutezza accuratezza e sanissima ironia. Un libro che accosta foto a dipinti e stampe a ricostruire un apparato iconografico nascosto per decenni agli occhi dal silenzio ipocrita che aleggia intorno al sesso. Questo libro è la ‘’Storia della fotografia pornografica’’.

Dyed Soundorom è un dj che ha pubblicato molto negli ultimi tre anni e qui segnalo una traccia che si chiama ‘’Naked’’ e che trovate su Spotify o Deezer. Naked che in italiano vuol dire Nudo mi pare perfetta per leggere quei due libri.

Questi due libri, parlando di web e innovazione, ci stanno benissimo perché il web se si è trasformato nel corso degli anni e se oggi è quello che è lo deve essenzialmente al porno. Moltissime delle tecnologie che siamo abituati ad utilizzare ogni giorno sono state testate sviluppate utilizzate e migliorate nel corso degli anni proprio tra le luci rosse.

Michele Vianello è il direttore scientifico del VEGA, il parco scientifico e tecnologico di Venezia, città di cui è stato vice sindaco. Questo libro è uscito da qualche settimana per Maggioli e ci racconta come internet stia cambiando le nostre città e di come potrebbe farlo ancora più profondamente nei prossimi due anni (Michele è un visionario concretissimo e cosa accadrà fra tre anni non lo sa e lo dice). Racconta di quella cosa strana che sono le smart cities, strana a partire dalla locuzione con cui le si definisce e che è diventata così di moda ed inclusiva da non significare quasi più nulla. Allora noi proviamo a dire città intelligenti che non è solo mettere sensori e lampioni a basso consumo e hot-spot ovunque ma ripartire dalle persone in carne ed ossa, gli utilizzatori della città, i city user, per ridisegnare attorno a loro una città, un tessuto urbano che fa della innovazione lo strumento cardine della crescita. A partire dalla capacità di sognare. Perché la sintesi delle quasi duecento pagine del libro di Michele è che per governare bisogna prima di tutto sognare.

E quindi dati dati e dati per l’internet delle cose (cosa è? in due parole, immaginate una sveglia che acquisite in rete ed in maniera automatizzata le informazioni sul traffico anticipa l’orario che avete impostato la sera prima per non farvi fare tardi), e poi cloud computing (i dati risiedono in rete e non più sul nostro computerino e lì si incrociano con altre migliaia di dati e forniscono così una nuova base di lavoro attraverso cui distribuire info e progettare soluzioni intelligenti), e nomadworking (che sta per lavorare per obiettivi e slegati dagli orari e dai luoghi fisici del lavoro per come li abbiamo conosciuti nel novecento del secolo scorso).

Questo libro si chiama ‘’Smart cities’’.

Kevin Kelly è il barbuto co-fondatore di Wired e di lui avevamo promesso di parlare la scorsa settimana. Lo faremo la prossima. Ma cercatelo in rete intanto. Vale la pena.





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