ANNO 14 n° 110
Punk forever, Guardo il mondo da un oblò
>>>> di Massimiliano Capo <<<<<
02/12/2013 - 02:00

di Massimiliano Capo

Dicembre è arrivato. E con lui il freddo, il vento impressionante di questa domenica mattina, e poi la pioggia e poi la neve che anche se non è ancora arrivata, arriverà.

Insomma, è arrivato l’inverno e il suo inevitabile corollario di fastidi, almeno per me che lo odio con tutto me stesso e che vorrei il sole e il caldo tutto l’anno.

Scrivo, e mentre digito sul portatile la cartellina che la mia redattrice fashion blogger si aspetta per l’ora di pranzo, qui, sotto il piumone rinforzato da un plaid lanoso e caldo, fuori fischia un vento forte e cattivo e il cielo è grigio e il sol dell’avvenire da conquistare temo sia così dietro le nuvole che bisognerà che mi accontento di aspettare l’estate senza troppi cazzi in testa.

Così come prevede il destino e il ciclo delle stagioni e insomma la vita nella sua rassicurante ripetitività.

Bando ad ogni velleitaria ipotesi rivoluzionaria, l’umanità è un legno storto e il mondo una foresta che non si raddrizza.

Quindi, con questa cosmica certezza, andiamo avanti.

E poi c’era e c’è Gianni Togni. E questa è un’altra cosmica certezza.

A Gianni Togni ci penso da metà settimana, ci penso intensamente, mi ricanto le canzoni e scopro che le canto da trent’anni e rotti.

E che le so tutte a memoria, anche quelle meno conosciute. E che ognuna mi ricorda qualcosa. E se c’è una cosa che mi piace fare quella è il giochino di ricordarmi cosa mi ricorda una canzone e ripensarci su e cercare di ritrovarmi in quel tempo e in quel luogo e anche con quella persona e provare a vedere come poteva andare e come non è andata perché tanto è sempredi ricordare storie che non hanno funzionato che si tratta.

Adesso Gianni Togni mi è tornato in mente perché la settimana scorsa ho scattato delle foto a Giulia e Giulia è una canzone meravigliosa di Gianni Togni ed è anche una canzone di Venditti un po’ triste e incazzata come le canzoni di Venditti di quel periodo. Quella di Venditti stava dentro Sotto il segno dei pesci che è un bel disco e dentro c’è anche Sara, uno dei miei pezzi d’amore di sempre e mi ricordo che la sentivo sempre che sarà stato l’ottantacinque e mi piaceva una tipa e ci uscivo sempre e glielo dicevo che mi piaceva anche se ogni volta mi si torceva la pancia dall’emozione e le farfalle uscivano dalla bocca un po’ storte dal dolore e lei non si decideva ed era tutto un non lo so, non sono sicura, e poi qui e poi là, e poi una sera nel portone di casa sua perché era freddo e eravamo in motorino e ci siamo messi lì dentro per ripararci ed era tardi tipo le undici e dopo un po’ che parlavamo in piedi ci mettiamo seduti sulle scale e stavamo vicinivicini e parlavamo e parlavamo finché lei alla fine non mi ha detto mi è venuta un’idea e io ho capito che era l’idea giusta cioè quella di baciarci e io non ci volevo credere ed ero tutto emozionato e ci siamo avvicinati ancora di più e io non ci capivo più niente e alla fine invece di baciarla io che sono un coglione e che faccio sempre le domande e che voglio capire le cose che invece non bisogna farlo mai, io, dicevo, invece di baciarla e fare il maschio non dico alfa ma almeno beta, insomma io le ho chiesto che idea avesse e allora giù di nuovo solo parole e niente baci e che palle parlare e parlare perché io volevo solo sentire il sapore delle sue labbra e della sua saliva e andarmene da lì con gli argomenti giusti per passare una notte di godimento solitario ed intenso nel mio lettino ed invece niente, solo parole come nella canzone di Mina e in quella di una tipa di XFactor che ora non mi ricordo il nome.

Insomma Sara mi ricorda questa storia durata il tempo di una notte perché la mattina dopo, dopo tante parole, la tipa mi ha detto ci ho pensato ed è meglio se rimaniamo amici e io le ho anche detto hai ragione perché l’amavo al punto che lei aveva sempre la ragione ma dentro di me ho bestemmiato tutti i santi a me noti e detto tutte le parolacce che conoscevo e niente, sono stato fidanzato una notte e Sara me la ricordo ancora con la sua pancia di ragazzina incinta e io mi ripenso da allora su quelle scale a dare un bacio mai dato e a pomiciarla tutta la tipa ma solo nei sogni. 

Venditti in quel periodo e in quell’album era un po’ tutto un po’ pieno di rimpianti e di cose venute non proprio benissimo. E insomma la Giulia di Venditti è una specie di mezza stronza totale che faceva tutto lei e sapeva tutto lei.

E poi invece c’era e c’è la Giulia di Gianni Togni che sarà che è di qualche anno dopo, sarà che il riflusso si era compiuto, sarà che questo era ed è il migliore dei mondi possibili, ma insomma la Giulia di Gianni Togni spacca.

Una a cui si può cantare che ‘’Ho soltanto un cuore e te lo do/non dirmi no o mi sparerò/ho una vita sola prendila/buttala via in un fosso o dove vuoi/anche all'inferno io ti adorerei/tu mettimi alla prova e vedrai/Giulia, oh mia cara/io sono un disperato ma almeno tu sorridimi/mio amore, che se ti penso lontano/mi vengono i brividi/non scherzare, sto su un cavallo impazzito/di cui tu hai le redini/per favore, tutte le mie speranze ho perso/e tu sei l'ultima/ti prego sali in macchina/come faccio a camminare /cosa faccio di me senza il tuo amore’’.

Insomma stiamo parlando di poesia e della musica giusta per farcela cantare. E di una tipa, della solita ragazzina dai capelli rossi, per cui faresti di tutto come sempre accade con le tipe che basta che dicano una parola o che ti guardino per due secondi due ma sono proprio quella parola e quello sguardo che tu aspettavi e che il destino ha deciso di metterti davanti proprio in quel momento e non te li dimentichi mai anche se poi serve una canzone a ricordarteli e allora magari ci piangi anche un po’ su o ci sorridi con quei sorrisi agrodolci che fanno i ricordi ma poi te li porti dentro e saranno lì anche quando guarderai la tua vita dall’alto per vedere cosa hai fatto finora e alzandoti come in volo, non me ne voglia Karen Blixen dall’alto dei cieli se la forzo dentro la mia rubrichinapunk, scoprirai che forma hanno disegnato le cose che ti sono riuscite e quelle che non ti sono venute come volevi che alla fine sono altro che quello che sei oggi.

Come al solito sono andato lunghissimo e di Luna e di Ti voglio dire e di Semplice non sono riuscito a dire. Ma lo farò. Lo farò per certo.





Facebook Twitter Rss