ANNO 14 n° 116
Punk forever,
Fine
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<<<
30/06/2014 - 01:10

di Massimiliano Capo

Eccomi qui. E’ domenica, ora di pranzo e io sono a bordo piscina in attesa di cominciare a mettere i dischi al pool party organizzato dai miei amici.

L’acqua è azzurra, il sole brucia e davanti agli occhi ho una foresta di culi giovani.

Il vento ci accarezza e l’ustione è inevitabile se non mi sposto.

allora raggiungo un gazebo e qui, all’ombra fresca del primo pomeriggio, vergo questa rubrichinapunk e lo faccio con un po’ di tristezza nel cuore.

Perché? - direte voi miei venti lettori.

 

Perché questa è davvero l’ultima della settimane che trascorreremo insieme.

Il direttore, anche la rubrichina, pur essendo punk, ha un direttore, ha deciso.

Stop, si cambia. Si deve cambiare. Si deve fare altro. E io questo altro me lo devo inventare e anche rapidamente. E allora sono qui a gugolare qualche parola chiave per il futuro di questa cartellina che tanto amo ma nulla. Buio totale. E già sento la mia redattrice fashion riprendermi amabilmente ma riprendermi. E io contrito a dirle sì, ho trovato ma invece niente.

Niente di niente. E sono almeno tre settimane che è così. Che rimando, che traccheggio, che faccio finta, che mi atteggio a vago. Niente, il tempo passa e oggi si chiude. Google non mi aiuta e allora guardo la ragazzina dai capelli rossi che più rossi non si può e vedo di ispirarmi. La cerco con gli occhi e lei si siede di fianco a me e ora vediamo che succede.

Ecco, succede che chiudo la rubrichina e tanti saluti a tutti, direttore per primo.

 

E finisce così senza troppi fronzoli, senza l’articolino della vita.

 

Finisce senza pensarci su ancora.

Come tutte le cose della nostra piccola esistenza terrena, anche la rubrichinapunk finisce.

Io la piango con il cuore che mi duole perché le ho voluto bene davvero. Ma davvero davvero.

 

È stata la mia ragazzina dai capelli rossi per oltre un anno e ora, come talvolta fanno le ragazzine dai capelli rossi, se ne va, mi guarda per l’ultima volta, si gira, scende le scale e bon, finita.

E io chiudo la porta piano dietro al suo sguardo e poi la riapro per sbirciarla laggiù in fondo alle scale e poi lei esce e poi.


E poi, fine.

Buone vacanze, a presto e amatevi col sorriso.






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