ANNO 14 n° 110
Punk forever, Dio a Roma Est
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<<
03/03/2014 - 00:05

di Massimiliano Capo

Questa volta si cambia registro. Basta con le menate simil new-age che poi Federico si incazza e in privato mi scrive che non mi riconosce più, che devo esser più serio, che l’educazione delle masse, che la filosofia.

Insomma a lui dell’amore e dei suoi dintorni non interessa e allora oggi voglio farlo contento: oggi dimostrerò l’esistenza di Dio e in conclusione vi segnalerò un denso articolo di fine analisi politica che ho scritto a quattro mani con Irene e che mi è costato come sempre molta fatica, soprattutto quando si tratta di dover pensare qualcosa.

Allora, cominciamo.

Avete presente quando fuori piove e fa freddo e c’è un’umidita tipo a Mumbay solo che la senti nelle ossa e invece di sudare ti viene il raffreddore?

Sì, lo avete presente, perché sabato scorso era esattamente così e l’idea di andare a Roma a vedere un paio di mostre in centro e poi tornare in tempo utile per la partita della Maggica è andata a farsi fottere appena aperte le persiane e visto che tempo di merda c’era là fuori.

E allora cosa si fa in un sabato pomeriggio che speri finisca prima ancora di cominciare?

Si prende e si va in un centro commerciale.

Allora, io nei centri commerciali ci vado sempre volentieri. Mi piace quell’aria incasinata e sbracata di tutti in giro senza una ragione precisa, quella temperatura innaturale, quel metterlo in culo al tempo che può fare quello che vuole tanto noi abbiamo un tetto e le pareti trasparenti e ti sfanculiamo al caldo e tu fai pure quello che vuoi.

Mi piace soprattutto osservare gli altri e sentirmi osservato. Guardare i gelati magicamente oversize che solo al centro commerciale è così, mi piacciono le vetrine dei negozi tutti uguali, mi piacciono le file davanti alle casse con le cose in mano e tutti a dirsi guarda che affare che ho fatto e che culo che ho, era rimasta proprio la misura mia, e poi sabato era pure carnevale a allora al centro commerciale c’era la baby dance e i trampolieri e i bambini con le maschere e un casino di voci, e tutti che correvano, e le selezioni per la prossima edizione di Io canto che è tipo il clone di Canale 5 di Ti lascio una canzone di Raiuno, quello con la Clerici e che io guardo sempre perché a me i bambini che cantano le cose dei vecchi vestiti da vecchi che se uscissero per strada li prenderebbero per il culo tutti e diverrebbero per certo dei disadattati, mi piacciono. Mi piacciono per intima solidarietà con l’infausta sorte che gli è toccata, quella di far felici i loro genitori, e soprattutto perché spero che prima o poi accada che uno di loro alla fine ritorni il bambino che è e dopo aver sfanculato tutti si tiri giù i pantaloncini e il culo lo mostri, sodo e innocente, alle telecamere. E allora altro che Fantozzi e la sua CorrazataPotemkin. Avremmo trovato il mito per la nostra seconda giovinezza.

Comunque, tornando a noi, io ero lì e mentre di fianco a me un piccolo Spiderman, forse troppo convinto della magia del suo vestitino di carnevale, spiccava un volo tristemente finito in terra due centimetri dopo, io sono stato fermato da una hostess.

Cioè a guardarla sembrava una hostess ma in realtà dopo ho capito che era uno dei tanti segni che dio manda in terra per dimostrarci la sua esistenza.

E quando accadono queste cose, quelle che vi dirò tra poco, tutto prende un altro sapore e poi te ne accadono altre ancora e tutte nel giro di pochi secondi che anche il raffreddore, che odio e che un po’ ho, ti sembra meno fastidioso. Anzi, per quelle due ore ti passa e non ci pensi più.

Insomma, questa walkiria, bionda e alta come una tedesca ma israeliana di nascita, mi ferma e mi chiede di avvicinarmi e io prima fingo di avere da fare al telefono e poi cedo alla sua insistenza più per gentilezza che per altro e allora mi avvicino e lei mi dice dammi le mani e comincia ad osservarle e poi mi chiede di metterle sopra un lavandino tipo quelli del parrucchiere con la doccetta estraibile e mi chiede di lavarle usando i sali del mar morto di cui nel frattempo mi stava raccontando gli innumeri pregi.

E io ero lì, circondato da altri come me, tutti con le mani allungate sui lavandini e tutti con la loro ragazza a dire dei sali e tutti a lavarsi le mani e tutti un po’ interdetti e con la voglia di venirne fuori in fretta.

E io invece ero lì a lavarmi le mani, sciallo e interessato davvero della follia dei 25 minerali e di non quante altre amenità, e ad ascoltare la tipa col suo italiano stentato che continuava a chiedermi quali creme usassi e quante e quando e che la mia pelle è delicata e va idratata e io che continuavo a lavarmi e le mani che ormai avevano la consistenza della seta, liscia e scivolosa che nemmeno un anguilla al suo meglio.

Ed è qui che dio si è mostrato: alla decima domanda su come facessi la manutenzione alla mia epidermide.

Perché io come per tutte le nove precedenti ho detto che usavo solo acqua e sapone e poi non so bene perché le ho detto la mia età e allora un raggio di sole è entrato dal tetto in vetro del centro commerciale e ha toccato la fronte della walkiria e ha illuminato me di riflesso.

E quel raggio di sole le ha fatto dire, alla walkiria israeliana, che era impossibile che io avessi gli anni che le avevo appena detto e che voleva averne la prova e allora io tiro fuori la patente e gliela mostro e ancora con le mani mezze bagnate la mostro al suo collega che lei nel frattempo aveva chiamato e tutti e due a dirmi incredibile a nessuno più pensava al sale del mar morto e non hanno nemmeno provato più a vendermi niente ma volevano sapere da me come fosse possibile e quali trucchi usassi altro che quel cazzo di sale.

E il sole, adesso, era sempre più caldo e dio sempre più vicino.

Insomma per farla breve, la morale della favola è: dio esiste, viene dal mar morto, ha i capelli biondi, parla uno strano italiano e sabato di carnevale era a Roma Est.

Andateci, cercate della walkiria bionda e del sale del mar morto. Magari è ancora lì o magari ci torna. E fa benissimo. Una lavata alle mani e ci si sente giovani davvero.

P.s.: per chi avesse ancora voglia ecco l’articolo serio serio: CLICCA QUI





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