ANNO 14 n° 114
Proust in cucina, Treno di panna e cioccolata
>>>>> di Massimiliano Capo <<<<
25/08/2014 - 00:07

di Massimiliano Capo

VITERBO - Mi ricordo un treno preso di corsa. Mi ricordo che mi bruciavano le spalle e che lo zaino era pesante, pieno di cambi e scarpe come dovessi star via dei mesi. Mi ricordo il caldo forte e il vento teso.

Mi ricordo la stazione deserta all’ora di cena e il mare davanti agli occhi e che mi veniva da piangere.

 

Mi ricordo che non avevo voglia di andare e intorno a me tanti ragazzi col sorriso aperto che viaggiavano col sacco a pelo in spalla e la voglia di vedere il mondo. 

Mi ricordo che ero triste come si può esser tristi solo intorno ai vent’anni.

 

Mi ricordo che non vorrei mai riaverli quei vent’anni scazzati e senza fica.

 

Mi ricordo che avevo fatto la maturità e che stavo andando in Costa Azzurra.

 

Mi ricordo il dolore di un viaggio notturno passato a pensareche era lontana da me.

 

Mi ricordo una settimana lunghissima da passare e il desiderio che non mi ha mai abbandonato di tornarmene indietro.

 

Mi ricordo le corse per salire sul treno e le corse per scenderne, tanto addormentato da rischiare di saltare la stazione di arrivo. 

 

Mi ricordo la gioia di poterla rivedere e mi ricordo la tristezza di non averla trovata.

 

Mi ricordo che ascoltavo Lucio Dalla. Mi ricordo che ho consumato il nastro della cassetta che mi portavo sempre dietro.

 

Mi ricordo che la mia canzone era Cara.

 

Mi ricordo che ero in campeggio. Con i miei e mia sorella.

 

Mi ricordo che avevo un mangiacassette portatile con due piccole casse gracchianti.

 

Mi ricordo che cantavo Cara tutto il giorno.

 

Mi ricordo che non l’ho mai baciata ma che avrei potuto farlo in una notte fredda a buia.

 

Mi ricordo che avevo un Sì grigio con gli adesivi di Snoopy e leiera dietro di me.

 

Mi ricordo che si andava ancora senza casco e i capelli volavano e ci si stringeva come se corressimo davvero.

 

Mi ricordo che quell’amore aveva i capelli neri e gli occhi scuri e un accento strano.

 

Mi ricordo che poi ero fuori per studiare e che questo amore aveva il più bel culo che avessi mai visto. Lo teneva nei jeans stretti a lo portava in giro senza farci caso.

 

Mi ricordo che aveva i capelli chiari e gli occhi marroni e verdi.

 

Mi ricordo che anche lei aveva uno strano accento.

 

Mi ricordo che studiavamo insieme e lei mi ripeteva le sue cose e io fingevo di darle ascolto.

 

Mi ricordo il sorriso a occhi stretti e le fossette sulle guance. 

 

Mi ricordo di come avrei voluto baciarla e di come avrei voluto dirle quello che provavo.

 

Mi ricordo che smisi di studiare.

 

Mi ricordo poi che andavo al lago. La strada non era quella di adesso. Era più stretta e piena di curve e io stavo seduto al centro del sedile di dietro per non vomitare.

 

Mi ricordo che partivamo a metà mattina ed era inverno e il cielo era azzurro e con le nuvole bianche all’orizzonte.

 

Mi ricordo il profumo intenso dell’aria calda nell’abitacolo.

 

Mi ricordo che mi divertivo a guardare le nuvole muoversi nel cielo e a dar loro i nomi degli animali a cui somigliavano.

La nuvola coniglio, la nuvola cane, la nuvola gatto e la più rara di tutte, la nuvola nuvolaIl viaggio sembrava lunghissimo e lungo la strada non c’era mai nessuno e quando arrivavamo era quasi ora di pranzo e la cucina era calda e talvolta c’era il fumo perché il vento lo faceva rientrare dal camino. La tavola era apparecchiata nella piccola salaadiacente che d’estate si trasformava in una camera da letto e la stufa pronta a dare un po’ di tepore a quella stanza altrimenti freddissima.

 

Sul tavolo davanti al camino due strofinacci di lino serbavano la sfera gialla di pasta che stava riposando in attesa di essere tagliata per diventare una tagliatella porosa e pronta ad accogliere il ragù che sobbolliva sul fuoco dalla mattina presto.

 

Mi ricordo che ripartivamo prima che facesse buio e che a metà pomeriggio eravamo già a casa. Prima di andare ascoltavamo le partite di calcio da una vecchia radio a valvole con i rumori degli stadi in sottofondo e le voci arrochite di chi le raccontava in giro per l’Italia.

 

Mi ricordo i dischi in vinile nella mia stanza e il giradischi sopra l’armadio e la grande scrivania coperta di colori e fogli da disegno.

 

Mi ricordo che i dischi li copiavo sulle cassette e poi li ascoltavodal letto, ad occhi chiusi.

 

Mi ricordo Caterina e Belli capelli.

 

Mi ricordo che Belli capelli faceva così: ‘’Belli capelli, capelli neri, che t'ho aspettata tutta notte e tu chissà dov'eri, capelli lunghi che arrivavano fino al mare, belli capelli che nessuno li può tagliare. Belli capelli, capelli d'oro, che in mezzo a tutta quanta quella gente mi sentivo solo, capelli d'oro che sei partita e chi lo sa se torni, belli capelli che mi tradivano tutti i giorni.’’

 

Ora mi ricordo perché ogni volta che l’ascolto mi commuovo.

Mi ricordo l’armonica che apre Caterina e quell’angelo che èarrivato che era mattina e che mi è entrato dentro senza più uscire.

 

Mi ricordo che ci sono libri che non li ho mai letti e libri che non so smettere di leggerli e dentro ci sono le storie che mi sembra di esserci io dentro e che quelle cose mi sono successe o che mi piacerebbe mi succedessero e mi viene voglia di farle accadere e allora li leggo e li rileggo e magari prima o poi accade davvero.

 

Mi ricordo che poi bellalì.

 

P.s.: mi ricordo che oggi che scrivo è il compleanno della mia redattrice fashion a cui dedico la ricetta del giorno, la mia torta preferita nella versione che mi fa la mamma quando vuole farmi ingrassare.

 

Sachertorte

Ingredienti:

cioccolato fondente 55% a pezzetti, 75gr

burro, 65gr

zucchero a velo, 20gr

vaniglia in polvere

tuorli, 3

albumi, 3

zucchero semolato, 90gr

farina 00, 65gr

sale, 1gr

confettura di albicocche, 150gr

burro e farina per lo stampo

Ingredienti (per la ganache):

panna liquida, 250ml

cioccolato fondente 55% a pezzetti, 375gr

Preparazione:

Cominciamo la torta partendo dal cacao: raccogliamo il cioccolato fondente in una ciotola e poi lo facciamo fondere a bagnomaria. Nel frattempo, in una ciotola a parte, fate montiamo i tuorli insieme allo zucchero e al burro, al sale e alla vaniglia, finché non avremo formato un composto liscio e omogeno. Aggiungiamo, infine, il cioccolato che abbiamo preparato. In un recipiente a parte montiamo gli albumi con lo zucchero e, una volta raggiunta una consistenza soda, incorporiamo la farina, quindi aggiungiamo il tutto al composto a base di tuorliprecedentemente preparato. Versiamo il composto all’interno di uno stampo per torte infarinato e mettiamo a cuocere nel forno a 175 gradi per circa 35/40 minuti. Trascorso il tempo indicato, togliamo la torta dal forno e mettiamola a raffreddare, quinditoglietiamola dallo stampo capovolgendola. Tagliamola a metà nel senso della lunghezza in modo da ottener due dischi e spalmiamo all’interno la confettura di albicocche. Una voltaposizionato il disco superiore, spalmiamo la marmellata anche in tutti gli altri lati. Prepariamo ora la ganache facendo sciogliere la cioccolata con la panna. Quando avremo ottenuto un composto omogeneo, stendetelo sopra la torta. Riponiamo in frigo per una ventina di minuti, quindi serviamo.

Buon appetito!






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