ANNO 14 n° 116
Pronat, la nuova era dei farmaci
6 milioni di euro per il progetto che coinvolge l'Universitą della Tuscia
30/06/2016 - 13:46

VITERBO – (i. m.) Si ritorna alla medicina delle origini con il progetto Pronat e l’accordo, sottoscritto e firmato questa mattina, dall’università della Tuscia, Miur, Cnr e dal consorzio di collezione nazionale di composti chimici e centro screening (Cnccs). Scopo: promuovere e incentivare la formazione e la ricerca scientifica in una logica comune e funzionale capace di coinvolgere importanti realtà scientifiche viterbesi e nazionali. Il progetto Pronat nasce per identificare gli agenti bioattivi di origine animale e vegetale, in altre parole si studieranno molecole naturali al fine di poterle utilizzare per la composizione di nuovi medicinali.

''Le sostanze naturali per la produzione di nuovi farmaci sono una risorsa preziosa e quindi meritano, di diritto, di essere analizzate – spiega infatti il presidente del Cnr Massimo Inguscio -. Attraverso la ricerca scientifica, attuata nel laboratori dell’università di Viterbo, si cercherà di individuare e scoprire il principio attivo presente nelle sostanze che si trovano in natura. L’obiettivo è dare vita a nuovi medicinali partendo da queste ricerche. I farmaci, che saranno quindi il risultato di un lavoro sinergico tra i ricercatori e le imprese interessate, non sono affatto diversi da quelli sintetici e chimici utilizzati ogni giorno. Quindi attenzione a non commettere errori – sottolinea il presidente – non sono medicinali omeopatici, ma farmaci veri e propri. Inoltre questo tipo di ricerca potrebbe essere utile a sfatare gli ‘antichi’ miti sugli effetti curativi di alcune piante e, allo stesso tempo, crearne di nuovi''.

Il progetto prevede un finanziamento, proveniente dal Cipe, di 6 milioni di euro dei quali, mezzo milione sarà destinato direttamente agli studi specifici effettuati dai laboratori dell’Unitus. ''L’università e il corpo accademico devono ribaltare il concetto tradizionale di ricerca – aggiunge il rettore Alessandro Ruggieri – i risultati degli studi, infatti, devono essere funzionali per le aziende. È un ottimo segnale che le imprese cerchino una collaborazione dai nostri laboratori perché significa che gli sforzi compiuti, anche dal punto di vista economico, per migliorare le materie e le conoscenze scientifiche nella nostra università non sono stati vani''.

Soddisfatti del progetto Pronat anche gli altri firmatari dell’accordo, come l’onorevole Giuseppe Fioroni, che già guarda al futuro sperando di ottenere un più ampio coordinamento delle aree di ricerca collaborando con la regione Lazio e le realtà sanitarie del territorio, e l’amministratore delegato del Cnccs e presidente dell’Irbm Science Park spa, Pietro di Lorenzo.

''Il coinvolgimento dell’università contribuisce a dare ampi margini di crescita al progetto – conclude il capocoordinamento del Miur Marco Mancini -. L'Unitus offre le competenze necessarie alle ricerche di questo tipo in modo massiccio e quindi si pone come una garanzia di tutela scientifica. Inoltre il suo coinvolgimento avrà un impatto significativo non solo sul piano della ricerca, ma anche su quello economico''.






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