ANNO 14 n° 88
Presidenza, impallinato Marco Ciorba
Ha ottenuto 15 voti, 2 in meno del necessario; hanno pesato le assenze di Treta,
Mongiardo e Tofani, nonché i 3 voti andati a Insogna e una scheda bianca
25/06/2015 - 18:00

VITERBO – Impallinato Marco Ciorba, la maggioranza di centrosinistra è allo sbando e potrebbe definitivamente disfarsi. Resta da capire chi, a parte Sergio Insongna e Francesco-Chicco Moltoni che avevano annunciato il loro dissenso, ha giocato allo sfascio. Sul banco degli imputati ci sono due franchi tiratori, quello che ha votato per Insogna e quello che ha depositato la scheda bianca. Ma anche gli assenti: Melissa Mongiardo, Maurizio Tofani e Livio Treta.

La seduta del consiglio comunale è stata un vero e proprio thriller. Poco prima che i ''civici'' annunciassero che il loro candidato alla presidenza era Ciorba e che il Pd, a chiacchiere, garantisse il suo appoggio, aveva fatto irruzione nella sala consiliare la notizia che Maurizio Tofani, capogruppo di 'Oltre le mura', aveva versato nelle casse comunali 80mila euro, cifra che è stato condannato a pagare dalla Corte dei Conti per il crack della municipalizzata Cev.

Essendo Tofani uno dei due papabili alla presidenza ed essendosi tolto di dosso il rischio di decadenza da consigliere cui sarebbe potuto andare incontro qualora non avesse pagato (l’argomento è il punto successivo dell’ordine del giorno), aveva rilanciato l'ipotesi di una sua candidatura.

Ma è stata solo una meteora: poco dopo, infatti, i ''civici'' hanno svelato il nome del loro candidato alla presidenza: Marco Ciorba, appunto. E il Pd ha subito risposto presente. La candidatura di Insogna, formalizzata da Moltoni, a quel punto, era definitivamente bruciata. Ammesso che abbia mai avuto qualche possibilità di successo. Ma la situazione, nel segreto dell'urna, è precipitata. Il regolamento non prevede che si voti due volte per l'elezione del presidente, quindi il punto all'ordine del giorno dovrà necessariamente essere rimandato.

Subito dopo l’’agguato a Ciorba, la seduta del consiglio è stata sospesa. La maggioranza, se ancora esiste, si è riunita per decidere il da farsi. Intanto, le opposizioni, che non hanno partecipato alla votazione, già pregustano l'ennesima, forse definitiva, figuraccia di una coalizione che sta ripercorrendo le identiche tappe che, due anni fa, portarono alla catastrofe elettorale il centrodestra.

Anche qualora il centrosinistra riuscisse a compattarsi ed eleggere il presidente del consiglio, il problema della tenuta di una maggioranza che esiste solo sulla carta resterebbe in tutta la sua drammaticità. Forse hanno ragione coloro che invocano il rompete le righe e la restituzione della parola agli elettori.

Pochi minuti prima delle 20, la seduta è stata aggiornata al 2 luglio. Resta da vedere se Ciorba vorrà rischiare un altro agguato o se, al contrario, si dichiarerà indispobile.





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