di Annamaria Lupi
VITERBO – Domani il parlamentino di Palazzo dei Priori torna a riunirsi. L'ordine del giorno prevede due soli punti ma ciò non significa che la seduta scorra via liscia. Il primo è una formalità: la surroga e convalida di Giacomo Barelli (Viva Viterbo) che prende il posto di Filippo Rossi dimissionario. Il secondo invece è la presa d'atto della costituzione delle commissioni consiliari permanenti. Domani in aula dovranno essere indicati i consiglieri di maggioranza e di minoranza che le comporranno ma, soprattutto, i nomi dei presidenti.
E proprio su questi si sono concentrati in questi giorni i capigruppo Bianchini, Salcini, Marini e Santucci delle quattro forze del governo di centrodestra. Ognuna avrebbe fatto presente i propri desiderata e sembra che nel caso di Forza Italia l'attenzione, oltre ai nomi, si sarebbe incentrata sul numero delle commissioni da presiedere.
Certamente anche stavolta, come è accaduto per gli assessori, il centrodestra dovrà ricorrere a un attento gioco di mediazione per non far saltare un equilibrio che, nella seduta di debutto sul caso Muroni, ha mostrato le prime smagliature.
Uno dei criteri sui quali starebbero ragionando i nuovi inquilini di Palazzo dei Priori sarebbe quello di evitare che il presidente di commissione sia della stessa forza politica dell'assessore che detiene le deleghe di cui si occupa la commissione.
Ragionando su tali ipotesi però il nodo da sciogliere potrebbe essere quello di una certa disomogeneità degli assessorati rispetto alle commissioni. L'unica possibilità, qualora in commissione coesistano competenze di più assessorati, potrebbe essere quella di individuare il presidente per esclusione. Tanto per fare un esempio: attualmente la seconda commissione prevede bilancio (assessore Contardo della Lega), sviluppo economico (assessore Mancini di FondAzione), patrimonio (assessore Barbieri di FondAzione), agricoltura (assessore Nunzi della Lega), turismo (assessore De Carolis di Fratelli d'Italia) resterebbe fuori Forza Italia.
Un eventuale puzzle dalla doppia criticità: da una parte il rischio che la forza politica che ha preso l'assessorato non abbia in commissione un settore corrispondente, dall'altra quello di possibili sovrapposizioni.
Insomma un'altra situazione in punta di fioretto per mediare tra i vari desiderata. Ma in questo caso con tempi contingentati. Sia perché domani il consiglio deve ratificare le commissioni e con esse i rispettivi presidenti, sia perché entro il 31 luglio (termine tassativo pena diffida da parte del Prefetto ndr.) il parlamentino deve procedere all'approvazione del rendiconto di bilancio, stilato dalla precedente giunta. Documento che richiede appunto un passaggio nella commissione dedicata prima dell'approdo in aula.