ANNO 14 n° 114
Prese a coltellate il nipote, muore lo zio: niente condanna
Si conclude senza sentenza il processo a carico del 75enne di Sipicciano
14/03/2017 - 02:00

GRAFFIGNANO - Nessuna condanna, né di assoluzione, né di colpevolezza. Ma una sentenza di non luogo a procedere per morte del reo. Si conclude senza concludersi il processo a carico del 75enne L.P., finito alla sbarra con l'accusa di lesioni, per aver preso a coltellate il nipote trentenne, dopo l'ennesima violenta litigata.

Con il ragazzo, ospite in casa sua per scontare una condanna agli arresti domiciliari, il rapporto non sarebbe mai stato tranquillo e pacato. Al contrario: battibecchi e scontri sarebbero stati all'ordine del giorno. Fino all'ultimo, quello del luglio 2012, finito quasi in tragedia. Perché con un coltello da cucina lungo 21 centimetri, di cui 11 di lama, il 75enne avrebbe aggredito il nipote, colpendolo sotto la mammella sinistra.

'Un punto che avrebbe potuto essere mortale - ha spiegato il professore Alfredo Borghetti, medico legale nominato dalla procura - la lama è arrivata a due centimetri dal pericardio. Bastava spostarsi poco più in là e l'arma avrebbe perforato la sacca intorno al cuore, uccidendo il ragazzo'. Fortunatamente salvo: per lui venti giorni di prognosi e il ritorno alla normalità. Seppur con difficoltà: la lama, infatti, perforò il polmone causandogli uno pneumotorace. Ma ora non ci sarà alcun risarcimento: la morte dello zio, unico imputato nel processo per lesioni, ha messo fine all'intero procedimento.

Nonostante i testimoni sfilati in aula nel corso degli anni, avessero dato forza all'impianto accusatorio contro lo zio. ''Li ho sentiti litigare in maniera molto pesante - aveva spiegato in aula un vicino di casa, all'udienza dello scorso 8 novembre - ma ho come l'impressione che i motivi fossero pregressi. Appena si sono visti, hanno preso fuoco come paglia appoggiata sulle fiamme senza darsi nemmeno il tempo di parlare''. ''Sono sceso, mi sono avvicinato. Ho anche provato a dividerli, però non mi sono frapposto fisicamente per paura. Ho tentato di separarli a parole - aveva proseguito lo stesso testimone - dopo alcuni minuti la rissa è scemata da sola''. Si concluse, ma non senza conseguenze. Quando il ragazzo si allontanò dallo zio, avrebbe avuto la maglietta macchiata di sangue e un'enorme ferita. ''Era chiaro che fosse stato colpito all'addome, ma non so se con un coltello o un cacciavite' aveva concluso.

Un'aggressione volontaria, secondo il legale del ragazzo Franco Taurchini, ma che rimarrà impunità.






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