ANNO 14 n° 115
''Pomodoro usato anche al posto della tachipirina''
Dottoressa devota alla cura alternativa, un collega: ''Noi costretti a rimediare''
11/07/2017 - 07:25

VITERBO- ''Ha consigliato un infuso di buccia di mela ad un'anziana affetta da bronchite asmatiforme e passeggiate nel bosco ad uomo cardiopatico. Noi dobbiamo continuamente rimediare ai danni cagionati dalle sue cure alternative come il succo di pomodoro al posto del paracetamolo per i bambini''. Un titolare della guardia medica della Tuscia ha riassunto così la situazione che molti pazienti della zona stanno vivendo.

Tutto da quando, una delle referenti della postazione, si è convertita alla medicina alternativa, accompagnata da una campagna contro le vaccinazioni. I suoi colleghi hanno raccolto le lamentele dei degenti costretti a richiedere assistenza solo quando la donna non è presente in postazione.

''Molte madri preoccupate - continua il medico - ci segnalano come la dottoressa rifiuti le cure tradizionali già prescritte costringendo, poi, i pazienti a ricorrere all'aiuto di professionisti privati o pronto soccorso''. Una segnalazione già girata alla Asl di Viterbo che, però, non intende intervenire finchè i colleghi della donna riescono a coprire ogni danno causato: ''Non sono nella posizione di rifiutare assistenza medica a chi già ha ricevuto un rifiuto. Ma ciò implica l'assumersi responsabilità per tutelare chi invece vive nell'illecito''.

E di illecito ce ne sarebbe più di uno visto che, la dottoressa in questione, utilizzerebbe la guardia medica come mezzo pubblicitario per la sua secondaria attività: ''E' proprietaria di un Bed&Breakfast che assume molto spesso priorità assoluta rispetto il servizio pubblico. Un'attività che apre solamente a clienti vegani. Per i turni di guardia utilizza, durante le visite in itinere, automobili con cartelli pubblicitari esposti sulle fiancate. Un servizio pubblico come la continuità assistenziale viene sfruttato per pubblicizzare un'attività privata''.

Ultimo, ma non meno importante particolare, sarebbe anche il danno economico subito dalla Asl: ''Un paziente che si aggrava, necessita di cure più costose per la ASL pubblica. Basti pensare alle ospedalizzazioni che si potrebbero evitare con la semplice prescrizione di farmaci e cure adeguate''.





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