ANNO 14 n° 114
Perché non c'è al mondo emozione così grande
Il quinto Trasporto di Fiore del cielo: appassionante ed esemplare
04/09/2013 - 01:29

di Domenico Savino

VITERBO – Ore 23,52 “Santa Rosa fuori”. Con questo urlo il capofacchino Sandro Rossi ha chiuso il Trasporto della Macchina di Santa Rosa al culmine della salita che porta al santuario. Un trasporto eccezionale lo ha definito Massimo Mecarini presidente del Sodalizio bagnato dallo spumante per festeggiare il miracolo che si è compie ogni 3 settembre da otto secoli a questa parte.

E’ stato il quinto trasporto di Fiore del Cielo, la macchina ideata da Arturo Vittori che per quest’anno presentava una livrea completamente bianca, che ha dato un altro aspetto al “Campanile che cammina”. Un trasporto dedicato alle persone che soffrono e alle donne vittime della violenza che è stato caratterizzato dalla novità della sosta a Sant’Egidio al Corso, un breve periodo di riposo per consentire ai facchini di riprendere fiato in vista del tratto che portava a piazza del Teatro in cui c’è stata una “girata”: un fatto nuovo, o comunque diverso, nella storia della Macchina di Santa Rosa. Infatti solitamente le girate si effettuano in piazza del Plebiscito e sono dedicate a facchini scomparsi o personalità di spicco della città di Viterbo.

E invece quest’anno i facchini hanno voluto “girare” anche in piazza Verdi e hanno dedicato questo ulteriore sforzo a Viterbo, alle sue bellezze e ai viterbesi che sono rimasti meravigliati dall’ennesima prova di forza e fede offerta dagli uomini vestiti in bianco. In piazza del plebiscito il capofacchino Sandro Rossi, mentre la macchina girava, ha urlato i nomi dei facchini cui è rivolto lo sforzo Umberto Pazzaglia, Franco Paris, Giorgio Bertini e Bruno Mammolo, e a Monsignor Del Ciuco.

La Macchina è passata come al solito in mezzo a due ali di folla che ha spinto e sostenuto lo sforzo dei facchini. Ad accompagnarla i rappresentanti della Varia di Palmi e dei Candelieri di Sassari: infatti la Macchina di Santa Rosa si avvia a diventare patrimonio Unesco insieme a queste altre manifestazioni tutte accomunate dalla caratteristica delle macchine a spalla. A dicembre la decisione definitiva, ma il percorso è ormai tracciato.

Al culmine della fatica ha parlato stanco, ma evidentemente soddisfatto, Massimo Mecarini: ''E’ stato un trasporto esemplare ed eccezionale – ha detto il presidente del Sodalizio - perché per la prima volta abbiamo eseguito la girata a piazza del Teatro che è stata dedicata ai viterbesi e alle bellezze naturali e artistiche della città con la speranza che questo nostro gesto che comunque ci è costato fatica, possa servire a far ripartire la città e a farle ritrovare il fulgore di un tempo''.

E sul tasto della sofferenza ha battuto anche il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini, con la fascia tricolore bagnata dallo spumante: ''Spero che almeno sia italiano'' scherza, poi ritorna sullo sforzo dei facchini: ''Vederli portare la macchina durante la salita di Santa Rosa è davvero uno spettacolo. Sembra impensabile che riescano a correre in quel modo. Oggi non sono il sindaco di Viterbo, ma il sindaco della città della Macchina di Santa Rosa. I facchini sono l’esempio del fatto che nonostante sopportino delle grandi fatiche riescono a portare a termine un’impresa. L'Italia è tutta un’impresa e bisogna prendere esempio dal loro sforzo e dalla loro coesione per vincere i problemi di tutti i giorni''. Ad assistere al trasporto c’erano il premier Enrico Letta e il presidente del Senato Piero Grasso.





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