ANNO 14 n° 116
''Perché la maggioranza continua a fare dell'assenteismo la propria parola d'ordine?''
Così il Movimento 5 Stelle Viterbo
28/04/2016 - 17:26

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo la nota del Movimento 5 Stelle Viterbo

''Ci sono più cose a Palazzo dei Priori, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia'' avrebbe forse scritto in questi giorni William Shakespeare, in un Amleto ambientato nella città dei papi.

Ci eravamo lasciati, alla fine del precedente comunicato, con l'amara constatazione che alcuni consiglieri, quali Filippo Rossi, rivendicano tramite Social Network il loro diritto a non presentarsi nella sede istituzionale dove gli elettori, con la fiducia loro concessa tramite voto, vorrebbero che stessero e con l'amletica, appunto, domanda: che fine ha fatto la questione decadenza Moltoni?

Preparatevi, perché ciò che è accaduto rasenta l'incredibile e la spiegazione è particolarmente difficile. Innanzitutto capiamo le forze in campo. Protagonista principale il consigliere Moltoni, per il quale si dovrebbe decidere la decadenza in quanto debitore nei confronti del comune di circa 80.000 euro per il pasticciaccio Cev. Il consigliere era assicurato per questo tipo di imprevisti ma l'assicurazione si rifiuta di pagare. A breve si arriverà ad una prima sentenza che potrebbe obbligare la compagnia assicuratrice a pagare (o anche no) eliminando alla radice il problema. 

Ad aver recentemente spinto sull'acceleratore della pratica è stata la ''maggioranza'' che vedrebbe, una volta decaduto il consigliere di minoranza, subentrarne uno molto più vicino, sembrerebbe, alla linea di Michelini. Il consiglio era stato convocato per il 20 aprile e tutto lasciava presagire che non ci sarebbe stato il numero legale, tanto da prospettarsi per il giorno successivo al fatidica seconda convocazione con relativa resa dei conti (numero legale abbassato ad un terzo).

E invece, sorpresa. Il numero legale si raggiunge e la minoranza è in maggioranza (scusate il gioco di parole). Da qui in poi tutto diventa tragicomico, perché sia minoranza che maggioranza danno vita a uno strano balletto di interrogazioni (tutte importantissime, ci mancherebbe) che fanno arrivare alle 20, orario di chiusura lavori, senza aver discusso il punto.

Solo un isolato De Dominicis chiede di proseguire i lavori per poter finalmente decidere nella sede appropriata la questione, ma viene subito zittito dal voto contrario dell'aula. Tutti felici e contenti, nessuno ha dovuto esprimere il voto scomodo e la decisione, ancora una volta, non è stata presa. 

Resta la madre di tutte le domande, tipica forse dell'ingenuo cittadino qualunque, come noi: Perché la maggioranza, che voleva apparentemente la decadenza, ha ancora una volta fatto dell'assenteismo la propria parola d'ordine, non presenziando ad una questione tanto sentita e dimostrando nuovamente di non esserlo, una maggioranza?''. 

C'è forse qualcosa dietro? Un ''do ut des'' orchestrato alle nostre spalle? Qualcuno diceva che ''a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca'' e se lo diceva chi di inciuci davvero se ne intendeva, chi siamo noi per smentirlo? Vedremo se il futuro confermerà o no questo nostro (brutto) sospetto, magari già in sede di discussione sul bilancio''.






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