ANNO 14 n° 116
''Per il made in Italy
vero riconoscimento europeo''
Nota di Stefano Signori, presidente di Confartigianato
25/08/2015 - 17:48

VITERBO - Ci vogliono ricette diverse da quelle fallimentari del conservatorismo europeo: quello di cui vi è bisogno è la crescita economica e un piano europeo per nuovi posti di lavoro, il progresso nella prosperità e non la recessione con austerità e la riduzione della protezione sociale.

Il medio-lungo periodo deve restituire a coloro che la crisi la stanno pesantemente subendo una certezza di equità e di giustizia sociale. Dalla crisi si esce se le forze politiche e innovatrici che in Europa rappresentano le forze di progresso, ritrovano al proprio interno le ragioni concrete della distinzione storica con i freni europei; se tra il parlamento europeo e la società attraversata da movimenti che esprimono una forte volontà di cambiamento si ritrova una soddisfacente assonanza e se, infine, ritorna la voglia di battere le ormai insostenibili diseguaglianze di trattamento realizzate negli ultimi decenni tra i Paesi membri.

Altiero Spinelli, inestimabile politico e scrittore, ha consegnato alle nuove generazioni il messaggio che per l’Italia non c’è miglior destino della promozione e realizzazione della più grande patria europea.

Consapevoli che l’ala d’ingresso dell’edificio parlamentare europeo è intitolata allo Spinelli, italiano il cui pensiero tanto ha pesato nell’incardinamento del concetto europeista, dobbiamo chiedere e pretendere il conto di un peso uguale agli altri Paesi membri a fronte della nostra produttività e dignità. Non possiamo continuare ad accettare senza batter ciglio le disuguaglianze che ci separano dagli altri componenti dell’EU; disparità che pesano sulle difficoltà della nostra imprenditoria, unica per prodotti, eccellente per la qualità, indispensabile per quel made in Italy che attrae e arricchisce, portatore di un macrosistema semantico ed economico senza eguali. Non possiamo permettere che il nostro saper fare, inimitabile, possa essere assimilato, e in qualche modo svilito, al confronto con imprese europee che ignorano la grandezza della nostra produzione.

Stefano Signori, Confartigianato






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