ANNO 14 n° 110
''Pang accoltellato da Fedeli? Non ci sono tracce del suo sangue sul luogo del delitto''
La famiglia del commerciante ucciso respinge ogni ipotesi di colluttazione: ''Insensato e offensivo''
28/01/2020 - 06:29

VITERBO – (b.b.) ''Non c’è stata alcuna colluttazione. Né accoltellamento. La scena del delitto parla chiaro. E dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di Norveo Fedeli non sono state ritrovate tracce di sangue di Michael Aaron Pang''. Il legale della famiglia del commerciante ucciso a colpi di sgabello all’interno della sua jeanseria di via San Luca lo scorso 3 maggio è fermo nel respingere ogni possibile altra ricostruzione di quei drammatici momenti.

''La difesa del 23enne alla scorsa udienza in aula ha parlato di una colluttazione tra i due, di un’aggressione da parte della vittima ai danni di Pang – ha commentato l’avvocato Fausto Barili - Norveo, dopo un diverbio verbale, avrebbe graffiato il petto del giovane e con un coltellino lo avrebbe poi colpito alle mani, procurandogli delle ferite sui polpastrelli. Pang si sarebbe solo difeso. Considerato quanto le dita siano irrorate da vasi sanguigni è quanto mai inverosimile che il giovane non abbia lasciato alcuna traccia di sangue all’interno del negozio’’. Fosse anche sul corpo e sui vestiti del 73enne, per trascinarlo lontano dalla vetrina e da occhi indiscreti, dopo averlo lasciato a terra senza vita.

''Una ricostruzione del genere è infondata e offensiva''.

Fedeli venne ritrovato cadavere poco dopo l’ora di pranzo dello scorso 3 maggio all’interno della sua storica boutique in un lago di sangue. Ad incastrare Pang, un giovane coreano con passaporto americano da poco tempo arrivato nella Tuscia, le immagini della videosorveglianza della zona, che lo hanno filmato mentre si allontanava dal luogo del delitto con una busta intorno alla scarpa sinistra. Forse per coprire le macchie di sangue.

Tentata per alcune ora la fuga, venne fermato a Capodimonte dai carabinieri: la confessione sarebbe arrivata in carcere da lì a poco dopo.

Oggi, a distanza di quasi nove mesi dalla sua morte, il processo a suo carico per omicidio aggravato a scopo di rapina entrerà nel vivo. In aula, di fronte alla Corte d’Assise, i primi testimoni dell’accusa, chiamati a deporre dal pubblico ministero Eliana Dolce.





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