ANNO 14 n° 107
Padre Dino: dottor Jekyll e mister Hyde
Di giorno modesto parroco di campagna, di notte assatanato pedopornografo
23/05/2015 - 00:00

VITERBO - Come il dottor Jekyll e mister Hyde, padre Dino, al secolo Placido Greco, aveva una doppia vita e una doppia personalità: di giorno umile parroco di campagna, di notte assatanato collezionista di materiale pedopornografico e totalmente ''dipendente'' dal sesso con i minorenni, maschi e femmine. Un’insidiosa patologia dell’anima e del corpo che gli esperti chiamano ''sex-addicted'', vale a dire pensieri ossessivo-compulsivi e monomaniacali riguardo le pratiche sessuali.

La doppia vita di padre Dino, sessantotto anni, appartenente alla Congregazione dei figli di Maria Immacolata, è emersa quanto gli agenti della Polfer di Roma hanno fatto irruzione nella casa, vicino a Fiumicino, per perquisirla. E' così che è stata scoperta un'enorme quantità di materiale pedopornografico: oltre 1700 tra foto e filmati. Un vero e proprio ''arsenale'' d’immagini e video in cui compaiono ragazzini e ragazzine, quasi sempre dell'apparente età di 10 - 12 anni, intenti a consumare rapporti sessuali. In diverse foto s’intravede anche un adulto che, è il sospetto degli investigatori, potrebbe essere lo stesso sacerdote. Di ogni minorenne, don Dino catalogava meticolosamente i nomi, l'età e le ''prestazioni''.

Come lui, anche il suo appartamento aveva due ''anime'': da una parte libri di teologia, vite dei santi, encicliche sacre scritture; dall'altra una montagna di materiale pedopornografico e tanti porno-gadget da fare invidia a un sexy shop.

Padre Dino, che da tre anni svolgeva il ruolo di Parroco ''part-time'' nelle chiese di Vallebona e Montecalvello, due piccole frazioni di Viterbo, dove si recava una volta a settima per celebrare la messa e confessare, amava anche scrivere romanzi hard che firmava con lo pseudonimo Gabriele Doni. In pratica, quando si toglieva gli abiti talari, si spogliava anche della sua personalità di prete per trasformarsi in un erotomane a tutto tondo.

Nelle prossime ore, don Dino, sottoposto a fermo di polizia e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a Roma, dovrebbe comparire davanti al giudice delle indagini preliminari per la convalida dell'arresto. Oltre ad essere stato fermato per possesso di materiale pedopornografico, il religioso è indagato anche di sfruttamento della prostituzione minorile. Secondo gli inquirenti avrebbe fatto parte della rete di adescatori di minori, soprattutto rom, che agiva nella stazione Termini di Roma.

Attendevano i minori, poi li portavano in albergo, nelle loro abitazioni e, talvolta nei bagni pubblici e a bordo dei treni fermi in stazione. Il giro perverso si era sviluppato nel tempo con il passaparola. Chi voleva avere rapporti sessuali con adolescenti, maschi o femmine che fossero, sapeva come fare: bastava una telefonata o un sms. Finché la ''voce'' è arrivata agli orecchi degli uomini della polizia ferroviaria. Sono così scattate le indagini che hanno portato agli arresti dell'altro ieri, tra cui quello di padre Dino.

Intanto, le diocesi di Viterbo, dove opera il religioso, e quella di Porto - Santa Rufina, dove è incardinato, si accingono a prendere provvedimenti nei suoi confronti, in linea con i dettami di papa Francesco, che vuole il pugno di ferro contro i preti pedofili.





Facebook Twitter Rss