ANNO 14 n° 116
Ordigni alla scuola Volta, difficile scoprire chi ha messo le bombe
26/09/2013 - 04:00

VITERBO – (An. Ar.) Indagini su una scuola al di sopra di ogni sospetto. No, non sulla scuola, ma chi dentro alla elementare Alessandro Volta del Pilastro ha messo una scatola con ventidue ordigni, diciannove dei quali inerti e tre invece veri, funzionanti e pericolosi.

Chi e quando le ha piazzate in una scatola, nel seminterrato dell'istituto, a pochi metri dagli studenti, dai professori, dal personale non docente? Una domanda in cerca di risposta, soprattutto adesso, che il rischio è passato grazie all'intervento puntuale e impeccabile degli artificieri del sesto reggimento del Genio. Una domanda “alla quale sarà però molto difficile trovare soddisfazione”, come dicono i carabinieri, che si stanno occupando delle indagini e che nelle ultime ore hanno ascoltato diverse persone. “Probabilmente non sapremo mai chi è stato a mettere quella scatola piena di bombe dentro la scuola, né quando sia accaduto. Presumibilmente tanti anni fa, una cosa di cui abbiamo perso la memoria storica, e ricostruire tutto sarà molto difficile. Anche i responsabili potrebbero essere morti da un pezzo”, spiegano i militari dell'Arma, che con il loro intervento, martedì mattina, hanno avviato la procedura di messa in sicurezza dell'edificio e hanno agevolato l'intervento degli artificieri.

Come detto, c'erano delle bombe inerti, diciannove, uguali in tutto e per tutto ai modelli originali per uso bellico: la bomba inerte è “sprovvista di capsula, detonatore e carica di scoppio, possiede tutti gli organi di sicurezza esterna, in modo che il suo lancio richiede gli stessi momenti e le stesse operazioni necessarie per il lancio delle bombe attive”. Dunque un modello perfetto per eventuali dimostrazioni didattiche, magari per far vedere ai bambini quello che non si deve asssolutamente toccare. Questa era una prima ipotesi, subito dopo il ritrovamento, giustificabile dal fatto che la scuola è stata costruita nel Dopoguerra, quando era frequente ritrovare in strada o tra le macerie delle granate o dei proiettili inesplosi, o delle mine: la zona di Viterbo, d'altronde, ne è ancora piena, da quelle più grandi (come la bomba d'areo inglese ritrovata e rimossa nel maggio del 2007) ai piccoli ordigni sparsi nelle campagne, spesso rinvenute dagli agricoltori. Ciò non toglie che oltre ai diciannove giocattoli, in quella scatola c'erano tre bombe vere: “Di basso potenziale, d'accordo, ma che comunque in una scuola avrebbero potuto portare danni a cose o persone, per la conformazione stessa della struttura, e per chi la frequenta”, come confermano dai carabinieri. Chi ce l'abbia messe, e quando, resta un mistero. E probabilmente tale rimarrà.





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