ANNO 14 n° 116
Opere rubate e messe in vendita all'asta: a giudizio moglie e marito
Al processo sentiti i testimoni tra cui il priore del monastero di Sant'Angelo
27/11/2021 - 14:36

Stefano Andrea Marini Balestra

VETRALLA - Marito e moglie alla sbarra davanti al Tribunale di Viterbo (giudice dr. Colonnello) per aver messo in circolazione i dipinti raffiguranti San Michele Arcangelo e la Madonna con il bambino opera di Tommaso Conca nel 1700 trafugati nel Monastero di Sant’Angelo a Vetralla.

I dipinti riapparvero in una catalogo di una nota casa d’aste di Vignanello nel 2016. Non fu difficile per gli intenditori riconoscere queste opere nonostante qualche camuffamento messo in atto dall’imputato restauratore, quindi allertare le forze dell’ordine.

I Carabinieri del Nucleo tutela beni culturali fecero irruzione dapprima nei locali della casa d’aste dove trovarono anche altre opere che risultavano rubate in varie case patrizie di Roma, poi presso il laboratorio dell’imputato a Roma dove rinvenirono altri quadri provenienti da furto.

Tante di queste opere furono messe in vendita all’insaputa del titolare della casa d’asta di Vignanello, ieri ascoltato in Tribunale. Quest’ultimo ha riferito di essere stato contattato per organizzare tornate di vendita di pregiate opere d’arte e pertanto si spese per publicizzare al massimo l’evento. Però, mentre le opere del Conca, quelle trafugate a Vetralla non furono battute in asta, lo furono altri dipinti minori di scuola fiamminga, per cui, dopo il sequestro fu necessario restituire il denaro agli aggiudicatari.

Hanno sfilato come testi i proprietari delle opere rubate negli anni 2002/2008, nonché il priore del monastero di Sant’Angelo, padre Francesco, che non ha esitato riconoscere in quelle tele: S.Michele Arcangelo e Madonna con Bambino proprio quelle presenti presso del convento molto ammirate dai fedeli.

 






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