ANNO 14 n° 116
Spunta Bibbia a luci rosse, ma il legale di padre Placido smentisce
27/05/2015 - 00:00

VITERBO - ''Padre Placido andava alla stazione per fare beneficenza, non è un pedofilo. Le foto? Non sapeva fossero minorenni''. A Radio Cusano Campus parla Sergio Ruperto, legale di Placido Greco, alias don Dino, prete accusato di prostituzione minorile e pedopornografia, arrestato nell'inchiesta sui minorenni che si vendevano alla stazione Termini di Roma. ''Ci andava a cogliere il suo sacerdozio, per fare beneficenza e aiutare i barboni - ha detto l'avvocato di don Dino -. Per quanto riguarda le foto, ha sostenuto che la prima volta era andato da lui un ragazzino a pregarlo di fargli delle foto che gli servivano per partecipare a un film porno. Il ragazzo era minorenne, ma lui non lo sapeva. Ha detto che a quell'età, 17-18 anni, è complicato capire se uno è minorenne. Dopo è partito un passaparola tra i ragazzi e in tanti sono andati da lui a farsi fare queste foto''.

Intanto, nell’ambito dell’operazione Meeting Point, ci sarebbe un terzo prete che alla stazione Termini andava a caccia di giovani rom la cui posizione, ora, è al vaglio della procura. Si tratta di un sacerdote sudamericano che nei giorni scorsi è stato fermato con un ragazzo rom appena 18enne mentre si dirigeva in un hotel per consumare un rapporto dietro compenso. Quello su cui i magistrati di piazzale Clodio vogliono far luce è se l’uomo abbia abusato di minori, fatto questo che costituisce reato. I pm infatti hanno scoperto che sul cellulare del prete c’erano alcune chiamate e sms inviati a dei minorenni rom che vendono il loro corpo tra i binari del principale scalo ferroviario della capitale. Elementi che fanno pensare al peggio ma sui quali ancora non c’è una prova tale da iscriverlo nel registro degli indagati come è avvenuto invece per Galleschi e Greco.

Per quest’ultimo intanto proseguono le indagini. Oltre ai rapporti con almeno due rom minorenni, per il quale è finito a Regina Coeli, il religioso ha stravolto le sacre scritture scrivendo la Bibbia dei ''pedofili''. Il sacerdote avrebbe manipolato interi versi accompagnandoli con foto porno delle vittime delle sue perversioni. A proposito della Bibbia a luci rosse il suo avvocato ha risposto, sempre ai microfoni di Radio Cusano Campus: ''Non ha mai scritto una Bibbia, ha scritto alcune pagine a forma di romanzo. A luci rosse? Non lo so, scrivere era una sua passione. Ma il mio assistito nega fermamente di essere un pedofilo e sostiene di non aver mai avuto rapporti con minorenni dietro compenso''.

Ma nel frattempo, più la procura indaga, più viene a galla il passato torbido del sacerdote, fatto di frequentazioni di minori che potrebbero risalire anche a 10 anni fa. Gli inquirenti lo deducono anche da un archivio con 1700 foto scoperto a casa del prete: scatti di adolescenti non solo rom ma anche ragazzi di colore e forse degli italiani. Il sospetto, quindi, è che don Dino possa aver avuto rapporti anche con altri ragazzini oltre ai due minori alla stazione Termini.

Ora è rinchiuso al carcere romano di Regina Coeli ma secondo l’avvocato ''gli arresti domiciliari possono essere sufficienti, non capisco l'applicazione di una misura così grave come la detenzione in carcere - ha detto ancora il legale -. Hanno trovato delle foto fatte con macchina digitale e altre immagini in una chiavetta usb. Immagini pedopornografiche va bene, ma questo non giustifica una misura così grave''.''Se ha intenzione di scusarsi con la chiesa e con i cattolici visto il suo ruolo di sacerdote? - conclude Ruperto -. Per il momento non ne abbiamo parlato, magari poi approfondiremo anche questo''.





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