ANNO 14 n° 116
Operazione Hot Import, sequestrate oltre 36 tonnellate di pellet non conforme
Una frode da due milioni di euro in cui č coinvolta una societā di Tarquinia
22/06/2018 - 07:06

TARQUINIA – Operazione Hot Import di pellet, sequestrate oltre 36 tonnellate di materiale non conforme. Una frode da oltre due milioni di euro in cui è coinvolta anche una società di Tarquinia, dalla quale sono partite le indagini delle fiamme gialle.

A febbraio e maggio la Guardia di finanza di Follonica, con altri reparti del corpo e sotto la direzione della Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha perquisito 17 società coinvolte nell’ambito dell’operazione ''Hot import'' per aver importato/acquistato e successivamente ceduto, anche on line, pellet marchiato illecitamente EnPlus®.

L’attività di contrasto alle frodi commerciali, che ha preso iniziale avvio da un’analoga attività svolta a Follonica e Tarquinia nel corso del passato inverno, ha visto impegnati oltre 50 militari appartenenti a 13 reparti della Guardia di finanza in ambito nazionale (Veneto, Umbria, Emilia Romagna e Lazio).

Sono stati sequestrati 3.680 sacchi di pellet illecitamente marchiati EnPlus equivalenti a 36,80 tonnellate. Sulla base dell'esame delle fatture di vendita, è stato accertato il consumo in frode di 717.054 sacchi di pellet illecitamente marchiati EnPlus, equivalenti a 7.170 tonnellate.

In particolare è stato accertato che la società con sede a Tarquinia importava, da una società controllata slovena, ingenti quantitativi di pellet marchiato EnPlusA1, privo dei requisiti di certificazione, che sua volta veniva posto in commercio dalla società italiana. Nei confronti della società tarquiniese, oltre al sequestro di 1.325 sacchi di pellet – equivalenti ad oltre 13 tonnellate – è stato nominato un rappresentante giudiziale per risolvere la situazione di conflitto dell’amministratore unico della società, conseguente all’applicazione del D.lgs. 231/2001 ''Responsabilità amministrativa delle società e degli enti''.

Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini di polizia economica e finanziaria, condotte dai militari della Tenenza di Follonica per risalire alla ''filiera'', hanno consentito di comprovare che la società produttrice estera, usurpando il titolo industriale registrato EnPlus, ha illecitamente esportato in Italia il pellet con la connivenza delle società italiane importatrici, che poi lo hanno posto in vendita in territorio nazionale frodando la fede del consumatore ignaro. Ciò, oltre a costituire reato, ha consentito di danneggiare il mercato essendo stata falsata la leale concorrenza da parte delle società venditrici, che grazie alla frode in commercio hanno potuto vendere la merce a un prezzo non corrispondente alla qualità intrinseca del prodotto; infatti il suo prezzo sarebbe dovuto essere inferiore rispetto a quello di un prodotto di qualità, marchiato lecitamente EnPlus.

Ciò ha generato un giro d’affari illecito di oltre due milioni di euro. Sono al vaglio gli aspetti fiscali conseguenti, nei confronti delle aziende coinvolte. Questa è una delle filiere di vendita individuate dalla Guardia di Finanza di Follonica, che coinvolge oltre 400 società in tutta Italia in una frode che presenta anche caratteri di transnazionalità.






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