ANNO 14 n° 111
Omicidio Gianlorenzo, un misterioso furgone bianco sul luogo del delitto
Il pastore supertestimone ai carabinieri: ''L'uomo all'interno voleva sapere se avessi visto o sentito qualcosa''
27/01/2020 - 06:42

TUSCANIA – (b.b.) Omicidio di Angelo Gianlorenzo, a mescolare le carte del processo a carico del cognato 77enne Aldo Sassara, spunta un misterioso furgone bianco con all’interno due uomini, che la sera del delitto e il giorno successivo sarebbero andati nelle campagne in località San Savino a cercare informazioni su quanto accaduto.

A sostenerlo è un pastore macedone, da mesi ormai divenuto irreperibile, considerato dagli inquirenti l’unico vero supertestimone dell’omicidio del 14 agosto del 2016. L’uomo, classe 1979, prima di far perdere ogni traccia di sé, abitava assieme alla moglie a San Savino, dove accudiva un gregge di pecore, poco distante dal terreno di proprietà di Gianlorenzo, in cui, alla vigilia del Ferragosto di quattro anni fa, l’83enne venne ritrovato a terra senza vita, con i vestiti strappati e dei soldi lasciati attorno al cadavere.

''Il giorno seguente ai fatti, sono stato avvicinato da un individuo italiano mai visto prima, che, dopo essere sceso dal lato passeggero del furgone, mi chiedeva se avessi visto o sentito qualcosa il giorno precedente'' avrebbe riferito il pastore ai carabinieri, una manciata di giorni dopo la morte dell’anziano.

''Non avevo visto niente – avrebbe aggiunto – avevo solo sentito delle urla e degli strilli riconducibili ad un litigio''. Urla che sarebbero durate circa dieci minuti e a cui poi sarebbe seguito un lungo silenzio, ''rotto soltanto da leggeri lamenti provenienti da una persona sola'' probabilmente ''picchiata, malmenata o che stava male''.

Vedendo l’uomo interessato, gli avrebbe chiesto il perché di tutta quella curiosità: ''Mi ha risposto che il giorno prima un uomo era stato colpito a morte con delle botte alla nuca e alla schiena''.

Quello stesso furgone bianco si sarebbe aggirato nelle vicinanze del luogo del delitto anche la sera del 14 agosto: la persona all’interno sarebbe stata ''di corporatura robusta e alta con capelli brizzolati e pochi baffi''.

Esattamente l’opposto del 77enne Sassara, basso, esile, da sempre unico indagato e imputato per quella morte. Oggi tornerà di fronte alla Corte, mentre sono scattate le ricerche per portare il presunto supertestimone in aula a raccontare la sua verità.

Facebook Twitter Rss