ANNO 14 n° 89
Omaggio del Rotary Club
al maestro Ludovisi
Incontro per ricordare l'artista viterbese
27/04/2012 - 02:52

di Flavia Ludovisi

VITERBO – Felice Ludovisi è stato un artista, un cittadino presente, un collega, un padre, un rotariano, un amico. E da tutte queste angolazioni è stato ricordato ieri in un incontro organizzato dal Rotary Club di Viterbo e coordinato dal presidente Roberto Ciula. Venuto a mancare il 2 aprile scorso, il maestro Ludovisi ha lasciato un vuoto incolmabile nell’arte e ancora di più nella comunità viterbese.

Maria Teresa Lecchini, presidentessa dell’Inner Wheel viterbese, oltre a ricordare i numerosi interventi e gli omaggi donati al club di cui era socia tra l’altro sua moglie Adriana, ha posto l’attenzione sulle poesie del Ludovisi: “nel 1998 – ricorda la presidentessa – riuscimmo a realizzare un compendio di poesie del Maestro intitolato ‘A Mercurio con affetto’, dove le pennellate si trasformano in parole’’.

Commosso il ricordo di Marcello Meroi, presidente della Provincia, per cui, senza ombra di dubbio, “Ludovisi è il primo grande artista di Viterbo”. “Non potevo non partecipare a questo incontro – spiega Meroi - . Nel ’95, quando ero sindaco, ho fatto tesoro di tutti i suoi consigli. Felice Ludovisi disegnò anche un logo stilizzato dell’amministrazione provinciale che donò a Giulio Marini, a cui rammentò di essere sempre vicino al suo territorio”. Il ricordo del sindaco Marini, invece, impossibilitato a partecipare alla conferenza, è stato affidato alle parole dell’assessore alla cultura Enrico Maria Contardo e sintetizzato nell’espressione “Poeta dell’arte”.

‘Felice Ludovisi l’artista’, invece, non poteva esser descritto in modo più accurato dal professor Vitaliano Tiberia, presidente della pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi del Pantheon di cui il Maestro fu accademico per decenni: “Sacerdote della bellezza, mi ha sempre illuminato con la sua arte. E quello che mi ha sempre colpito e affascinato è stata la sua libertà creativa, il dipingere e l’esprimersi al di sopra di ogni ideologia”.

“Ha dipinto sé stesso, la moglie, le geometrie, i paesaggi e la sua città, ma negli ultimi due anni era come se fosse tornato indietro nel tempo. Si concentrò sulla mitologia greca e sulle antiche fiabe dei pagani. E questo ritorno ha una sola chiave di lettura: nostalgia, ricordo di giovinezza, perché nel mito c’è l’orizzonte della vita di ogni artista”.

E anche il collega Renato Petroselli conserva di lui questa immagine di una persona molto giovane. Quello di un amico, di un compagno e di un trascinatore è invece l’immagine che ha lasciato in un commosso Bonaventura Cecchetti, socio onorario e fondatore del Rotary Club come l’amico pittore scomparso. “A Felice – spiega con la voce tremante Cecchetti – sarebbe piaciuto che io ricordassi tutti gli amici scomparsi che hanno fatto del Rotary il Club che è adesso. Mi convinse proprio lui, a casa sua, al Merlano, ad iscrivermi. E sempre lui ci indirizzò in contesti di grande spessore e per questo lo ringrazierò in eterno”.

Il figlio Gianni ha ricordato come sia cresciuto a pane e colori ad olio e, nel ringraziare il Rotary e tutti coloro che hanno omaggiato il padre, ha ribadito il suo rifiuto “ad ingabbiare l’arte in schemi, perché il suo motto è sempre stato ‘astrattizzazione del concreto’”.

Da ultimo è intervenuto Orlando De Flori, grande collezionista delle opere di Ludovisi, e autore, insieme alla moglie, di “Un incontro fortuito e felice con il Maestro Felice Ludovisi”, una summa di tutte le opere scritte sul Ludovisi. “Ogni domenica – ha raccontato – era un appuntamento fisso con l’artista che mi svelava ogni volta un episodio o un particolare della sua vita”.

A tutti coloro che sono intervenuti è stata donata dal presidente Ciula una targa in memoria del Maestro Ludovisi.






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