ANNO 14 n° 116
Occupazione sciolta al S.Rosa, la risposta del Blocco Studentesco
Interrotta per il terremoto e per i successivi controlli non è più ripresa
22/01/2017 - 02:00

VITERBO - Occupazione sciolta all'Istituto Magistrale S.Rosa, la risposta del Blocco Studentesco dopo le polemiche per l'affissione di uno striscione provocatorio sul muro della scuola. L'occupazione era stata bloccata dopo il terremoto dei giorni scorsi e per i successivi controlli dell'edificio, ma non è stata più ripresa per decisione di 3 rappresentanti su 4 degli studenti. L'unico contrario, quello del Blocco Studentesco.

La motivazione dello scioglimento: ''mantenere apolitica la scuola''. Uno stop che non ha trovato naturalmente d'accordo il Blocco, promotore di una serie di iniziative all'interno dell'istituto, e il suo rappresentante Alessandro Bracci. ''E' una imposizione del pensiero unico vigente da cui nessuno si può discostare'', dichiarano con forza dall'associazione. Da qui l'idea dello striscione come segno di protesta.

''Affissione e volantinaggio all'Istituto Magistrale S. Rosa in seguito ai fatti accaduti ieri - scrive in una nota su Facebook il Blocco Studentesco.

''Passata l'allerta terremoto, infatti, nel suddetto istituto sarebbe dovuta riprendere l'occupazione degli studenti. Sarebbe - dicono -, dato che gli altri tre rappresentanti, tardivamente accortisi del fatto che nell'organizzazione il Blocco Studentesco ha, nella figura del nostro rappresentante, come sempre avuto un peso maggiore in termini di conferenze, dibattiti, striscioni e quant'altro, scelto di sciogliere l'occupazione in nome di una sedicente 'apoliticità' della scuola''.

''È stato affisso uno striscione sul muro dell'istituto con su scritto 'Morirete pazzi', - spiegano - per evidenziare il cortocircuito mentale che ha motivato taluni elementi a sciogliere un'occupazione da loro stessi inizialmente appoggiata, e non 'Morirete, pazzi' come qualcuno ha strumentalmente cercato di far passare. I volantini ricordavano a tutti chi sono i nemici del Blocco, non sicuramente gli antifascisti che a Viterbo non girano più da una buona decina d'anni, ma i nerd, i professori sessantottini e gli sfigati''.

''Gli studenti liberi - concludono - sono a fianco del Blocco Studentesco come il Blocco Studentesco sarà sempre al fianco degli studenti liberi. Famo come ce pare!''.

I motivi dell'occupazione, oggetto delle polemiche, li avevano già spiegati gli stessi ragazzi sulla pagina social dell'associazione.

''Abbiamo deciso di occupare gli istituti del viterbese in questo periodo dell'anno e non a dicembre - scrivevano -, per porci in controtendenza rispetto chi a Viterbo lo fa solo per consuetudine o per allungare le vacanze di Natale. Ci siamo organizzati da tempo in modo tale che durante tutte le ore ed in ogni scuola ci siano conferenze, dibattiti, attività sportive, ludiche e di potenziamento''.

''Siamo contro la 'Buona Scuola', in quanto vediamo in questa riforma l’ultima tappa del progressivo smantellamento dell’istruzione, l'ennesimo colpo inferto al sistema scolastico italiano. Contestiamo principalmente il fine al quale questa riforma tende, ovvero quello di demolire lo Stato Sociale, secondo una visione che pone prima l’economia della persona, creando studenti automatizzati, facilmente disperdibili e controllabili, pronti per essere gettati nella mischia del lavoro precario.

Facendo riferimento al modello gentiliano, noi vogliamo una scuola che sia scuola di vita, una cultura che sia dinamica vita spirituale, un’istruzione che educhi uomini e forgi caratteri, e quindi che formi uno studente conscio di sé, delle sue potenzialità e dei suoi limiti, capace di affrontare con giudizio le difficoltà che la vita gli porrà dinanzi, al contrario della scuola odierna che concepisce la cultura sotto forma museale e vuole solo distribuire nozioni e istruire tecnici senz’anima''.

''Ad ulteriore testimonianza di ciò - continuavano - il progressivo accantonamento delle materie umanistiche, tutte quelle materie cioè (la letteratura, la storia, la filosofia…) che servono a “coltivare” sé stessi, a plasmare il proprio carattere, a orientare il proprio destino e a partecipare dello stesso 'sentimento del mondo' della propria comunità nazionale. Non possiamo assolutamente accettare una scuola concepita come azienda in cui i presidi-manager abbiano poteri tanto grandi da poter incidere così sulla libertà d’insegnamento dei docenti, una scuola in cui l’ingerenza dei privati è sempre più pesante, non possiamo accettare l’erogazione di fondi agli istituti privati quando la scuola statale, diritto gratuito e pubblico, crolla sulla testa dei ragazzi per mancanza di finanziamenti per l’edilizia scolastica.

Noi ripudiamo la cultura 'confezionata' (cioè nozionistica ed indirizzata), l’alternanza scuola-lavoro (altro elemento che testimonia la priorità di formare lo studente sotto l’aspetto 'lavorativo' e non sotto quello 'umano'), e la volontà di inserire negli insegnamenti la 'teoria gender' (anche se su questo punto la riforma non è effettivamente molto chiara, sempre più indizi lasciano presagire che si voglia indirizzare l’educazione verso l’idea che l’essere 'uomo' o 'donna' sia semplicemente un complesso mentale e che quindi ognuno sia libero di 'costruire' la propria 'identità di genere').

''Per tutti questi motivi - concludevano - noi occupiamo e pretendiamo di autogestirci, perché abbiamo un programma valido ed ampio, perché vogliamo dimostrare che gli studenti sono vivi e che sanno organizzare dibattiti, conferenze ed attività d’interesse generale e all’avanguardia, autonomamente e nel migliore dei modi, e perché un altro tipo di scuola è possibile''.






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