ANNO 14 n° 111
Nuovi migranti, Santucci: “Facile previsione”
Per il consigliere, il superamento del 2,5 per mille era scontato
23/03/2017 - 10:21

VITERBO – In città si continua a discutere del se e del quando il campo sulla Cassia nord chiuderà. Ma nel frattempo su Viterbo e la Tuscia si addensa anche la previsione, elaborata da Il Sole 24 ore su dati Anci e Viminale sull’ipotesi stimata di 200mila nuovi arrivi nel 2017, di doversi preparare ad accogliere 1311 richiedenti asilo. Quota ben superiore ai 1201 posti disponibili calcolati su scala comunale. Una stima, quella del quotidiano economico, che appare verosimile visto che dal 1° gennaio sono sbarcati in Italia 23mila stranieri, il 40% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che registrò 181.436 migranti.

I parametri fissati per la ridistribuzione prevede per i Comuni fino a duemila abitanti una quota fissa di sei migranti. Criterio ''temperato'' per le grandi città con due posti ogni mille abitanti mentre per tutti gli altri Comuni la media si aggira tra il tre e il 3,5 per mille.

Viterbo, dopo Rieti (904), è la provincia laziale destinata ad accogliere il numero più basso. In testa Latina con 2358, seguita da Frosinone (2251). Discorso a parte per Roma che, nonostante una popolazione superiore ai 4 milioni, dovrebbe arrivare a 9831 migranti.

Una quota ''calmierata'' nelle grandi città perché la presenza di stranieri è più massiccia.

Un innalzamento della quota che, per quanto riguarda il nostro territorio, era già stato previsto. Nell’insolita veste di Cassandra il consigliere comunale di FondAzione Gianmaria Santucci durante l’assise straordinaria dei migranti.

Quasi scontato quindi chiedergli un parere sulla stima de Il Sole 24 ore.

''Non è che sono un particolare stratega, - si schermisce - bastava saper fare di conto. La popolazione nella nostra provincia è di oltre 300mila abitanti, la quota di migranti prevista era di 600, già stavamo a 900/1000 quindi l'avevamo già sforata. Era evidente che si sarebbe superato il 3 o il 4 per mille. Io sono uno dei pochi in questa amministrazione che si è dovuto occupare di immigrazione in qualità di assessore provinciale della Protezione civile, so benissimo come funziona. Ti chiamano la mattina e ti scaricano questi esseri umani come se fossero pacchi. E' questo il metodo con cui il Governo intende agire. Per questo abbiamo sempre detto che il sindaco doveva fare muro perché altrimenti di fronte a una situazione del genere diventa l'ingovernabilità, il caos. E' un'emergenza e se nessuno punta i piedi qui l'emergenza raddoppia''.

Non le sembra singolare che per le città più grandi, vista una già massiccia presenza di stranieri, la quota fissata è del 2 per mille? Anche a Viterbo risiede un numero cospicuo di stranieri ma nella redistribuzione non se ne tiene conto.

''Non è strano – spiega - perché i sindaci delle città metropolitane hanno puntato i piedi, hanno detto abbiamo già le nostre emergenze sociali non potete caricarcene altre. Mettere 5 persone in ogni paese non crea emergenza sociale anzi produce la vera integrazione. Invece mettere 100 persone a San Martino o 100 all'ex Fiera credo che produca emergenza sociale. Allora come si fa? Come abbiamo sempre fatto prima. Concertando e condividendo con i sindaci, facendo presente che per risolvere questo problema serve, e sono obbligati a dare, la loro disponibilità. Qui nessuno viene obbligato se non chi è debole ma così questa diventa la patria dei furbi. Nel senso che la Prefettura fa quel che deve fare poi ti chiama la mattina e ti dice li ho lasciati là''.

Quando parla di concertare e condividere con i sindaci intende la Prefettura?

''Certo. Qui è chiaro che le responsabilità maggiori sono della Prefettura. Ho avuto modo di parlare, in maniera informale, sia con la Prefettura che con la Questura e, insieme ai tecnici, ho spiegato quali erano le problematiche che avevamo all'epoca e che abbiamo risolto con il Comitato per l'ordine e la sicurezza e con i sindaci spiegando che quella era un'emergenza che andava risolta. In quel caso ospitammo i migranti a Montefiascone in un'area assolutamente dignitosa, era un convento abbandonato, avevano il servizio di accoglienza, c'era il controllo delle forze dell'ordine su quello che avveniva e un vero progetto di formazione e integrazione. Qui invece c'è gente sparsa, che nessuno sa dove sta, in piccole case. Dicono addirittura, non so se sia vero, che in alcune situazioni si sia sviluppata la prostituzione femminile dentro queste abitazioni. Questo a me non sembra un progetto di integrazione, mi pare semplicemente un business in cui c'è gente che ci guadagna e dove non c'è più alcun controllo. Dove l'unica cosa di cui ci si preoccupa è di non finire sui giornali e che non succeda il fatto eclatante, che mi pare sia accaduto qualche giorno fa in provincia''.

''Questo è il problema. – riassume Santucci – Che si risolve se tutti quanti diamo una mano. Obbligando i sindaci ad accettare la propria quota. Obbligando, sì lo ripeto, con un rapporto che è continuativo perché la prefettura non gestisce solo la questione dei migranti, i sindaci vi si rivolgono per risolvere tante cose. Penso che per una volta qualche sindaco possa risolvere i problemi alla prefettura''.






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