ANNO 14 n° 111
''Non si può vivere nell'illegalità''
Fermati con 7 kg di droga, Procura: ''Salviamo questi ragazzi''
02/06/2018 - 01:35

VITERBO – ''Il nostro ruolo non è quello di punire. Non siamo qui per mandare in carcere chiunque e privare della libertà indistintamente. Il nostro ruolo è innanzitutto quello di salvaguardare una società e mostrare quale sia la giusta direzione nella vita di ogni essere umano. La giustizia è una cosa seria''.

Il sostituto procuratore Franco Pacifici e il commissario capo Donato Marano, all’indomani della conferma da parte del Riesame delle custodie cautelari per i tre giovani fermati con oltre 7 chili di sostanze stupefacenti, non hanno dubbi su quale sia il ruolo principale delle istituzioni che rappresentano.

Educare i giovani alla legalità. Far capire loro quali rischi corrano vivendo al di fuori di ogni legge.

Finiti in manette a distanza di sette mesi, i tre giovani – tutti viterbesi – sono stati trovati in possesso di oltre 27700 dosi di hashish e 1290 di cocaina.

''Un quantitativo immenso – sottolinea il capo della squadra mobile Marano – questi ragazzi agiscono come fossero i padroni del mondo. Come se nessuno possa fermarli o ostacolarli, mettendo a repentaglio la propria esistenza e quella delle persone a loro vicine''. Ed è per questo che sia il tribunale viterbese, sia quello del Riesame romano hanno deciso di far rimanere in carcere e ai domiciliari l'ntero gruppo: due ristretti all’interno della casa circondariale dal 4 maggio scorso, l’altro ai domiciliari. ''Perché la misura possa avere su di loro una 'unzione rieducativa'', prosegue.

''Siamo fortemente preoccupati per questi ragazzi – spiega il pm Pacifici – è allarmante che gruppi di giovani possano avere a disposizioni dosi così elevate di sostanze stupefacenti, da consumare singolarmente o in gruppo. Viterbo è una cittadina sana, al di là di piccoli reati che vengono commessi, è un’isola felice. Da salvaguardare. Ed è quello che intendiamo fare: ci costa, e non poco, pensare in carcere tre ragazzi giovanissimi. Eppure ciò si è reso necessario e lo sarà fino a che non mostreranno di aver cambiato prospettiva''.

Intanto sia dalla Procura che dagli ambienti di polizia giudiziaria fanno sapere che le indagini, finalizzate alla lotta dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, stanno proseguendo a tutto tondo.

''Ogni magistrato agisce negli interessi della comunità e una scelta di questo tipo, seppur faticosa, è stata necessaria: chi ha sbagliato deve capire che non si può vivere nell’illegalità''.





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