ANNO 14 n° 89
Non mi sono alzata perché stavo male
Scrive una delle due ragazze rimaste sedute al minuto di silenzio per Luca Graziosi
02/03/2015 - 00:01

Dalla signora Nicoletta Grazini riceviamo e pubblichiamo. 

VITERBO - Sono una delle ragazze chiamate in causa nell'articolo di Ni.Sa. riguardante il minuto di silenzio ''sporcato e tradito''.

Ero presente a vedere la partita e ci tengo a precisare che non mi sono alzata in piedi durante il minuto di silenzio ma ho posato il telefono e osservato il raccoglimento sicuramente con maggiore ''rigore'' della persona che ha giudicato vile e vergognoso il mio comportamento senza chiedersi il perché (ero appena stata dimessa dall'ospedale per una colica renale).

Per me vile e vergognoso è chi durante un minuto di raccoglimento si guarda intorno in modo da osservare il comportamento degli altri per poter scrivere articoli di cosi basso livello.

Vile e Vergognoso è chi non ha il coraggio di firmare l'articolo , io al contrario metto nome e cognome.

Vile e vergognoso è chi da una settimana specula sulla morte di un ragazzo e sul dolore della sua famiglia per avere qualcosa da scrivere.

In ultimo vile e vergognoso è chi non pubblicherà mai questo articolo per paura di essere deriso dai suoi lettori ... ma non si preoccupi signor Savino Nicola, la stanno gia deridendo tutti.

Nicoletta Grazini

La replica 

Parto dalla conclusione della lettera per rassicurare la signora Grazini: non ho alcun timore di essere deriso dai lettori. Chi legge ha sufficienti capacità per giudicare e valutare. E sicuramente ciò è avvenuto: qualcuno potrà essere stato d'accordo, qualche altro no. E' normale: per fortuna viviamo in una società dove viene tutelata la libertà di pensiero e di opinione.

Lei giudica il mio articolo ''di basso livello''? Ne prendo atto, ma probabilmente ci sono altri lettori che lo hanno valutato in modo diametralmente differente.

Ribadisco il mio pensiero: non alzarsi in piedi durante il minuto di raccoglimento, per qualunque ragione sia stato disposto, è gesto che denota mancanza di ''educazione, rispetto, civiltà e sensibilità'', come ho scritto. E ribadisco che lo considero un gesto ''vile e vergognoso''. D'altronde, pur esprimendo massimo rispetto per le condizioni di salute della signora (che ovviamente non potevo conoscere), sinceramente non mi pare che sessanta secondi in piedi avrebbero potuto peggiorare il suo stato fisico. Che, per quanto grave, non le aveva impedito di assistere alla gara.

Quanto alla firma, anche la sigla costituisce un segno identificativo. E infatti la signora non ha avuto particolari difficoltà ad identificarmi con nome e cognome. Faccio questo mestiere da più di 30 anni e da quasi 20 lo faccio a Viterbo: dunque, mi pare proprio di non aver bisogno di nascondermi dietro l'anonimato o dietro una sigla incomprensibile.

E' vero, ho dato uno sguardo intorno perché mi era parso di notare qualcosa di strano e infatti ho costatato con stupore quello che mi sembrava impossibile, e cioè che due persone non avessero sentito il dovere di alzarsi in piedi. Un episodio che mi ha lasciato l'amaro in bocca, come ho scritto.

Su un punto, però, sono categorico: non permetto a chicchessia di sostenere che da una settimana ho speculato ''sulla morte di un ragazzo e sul dolore della sua famiglia per avere qualcosa da scrivere''. Scrivo ogni giorno degli argomenti più svariati e dunque non poteva di certo essere questo terribile dramma a darmi l'occasione per apparire o semplicemente per scrivere qualcosa. Nello specifico, sappia la signora Grazini che conoscevo bene quel ragazzo e la sua famiglia. Ho partecipato ai funerali, ho condiviso il dolore dei genitori Gilberto e Tamara, dei compagni di scuola e di squadra e dell'intera comunità di Castel Sant'Elia. Semplicemente, per quello che può interessare visto che si tratta di una faccenda privata, ho pianto insieme a loro. Non essersi alzati in piedi durante il minuto di raccoglimento non offende me, ma la memoria di Luca.

Nicola Savino

Ps. Come vede, signora Grazini, il quotidiano Viterbonews24 non è né vile né vergognoso: il suo intervento è stato pubblicato integralmente. 





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