VITERBO - La Lazio nei sogni e Viterbo nel cuore, con il nome di Ronaldo. Questo è il ritratto del calciatore biancoceleste Cristiano Lombardi, partito dalla Tuscia alla conquista della Capitale. Il giovane attaccante, classe '95, ha preso parte al progetto promosso dalla sua società ''Lazio nelle scuole''. Di volta in volta, vari giocatori di Simone Inzaghi, tornano tra i banchi per rispondere alle domande dei bambini più curiosi che mai.
Nella giornata di ieri, insieme al portiere Federico Marchetti, è toccato proprio al viterbese che ha più volte ricordato il suo punto di partenza: ''La passione per il calcio è iniziata a 6 anni. Dopo il diploma è diventato una professione. Ho iniziato presto. Avevo scelto ragioneria. Facevo Viterbo/Roma sempre. L’impegno era costante, ma dovevo diplomarmi e ci sono riuscito senza essere mai bocciato. Sono tifoso della Lazio. Sono molto fortunato''.
Un ragazzo umile e attaccato alle sue origini che, per molto tempo, ha preferito viaggiare più che trasferirsi e lasciare la sua città. Una scelta strana per i suoi colleghi e che ha richiesto pesanti sacrifici: ''Il primo anno, a 14 anni, sono andato fuori come tutti, ma sono tornato subito a Viterbo perché non me la sentivo di allontanarmene. Per fortuna ho avuto la possibilità di giocare comunque alla Lazio. Tra scuola e calcio era complicata: erano rarissimi i pomeriggi in cui potevo uscire e divertirmi. Mangiavo a Viterbo velocemente e correvo a Roma per allenarmi, poi tornavo a casa. L'impegno è stato duro, ma ho preferito passare così l'adolescenza pur di non lasciare casa. Con la famiglia abbiamo deciso di ottenere comunque il diploma e ci sono arrivato con determinazione''.
Un sogno realizzato con impegno e sacrificio pur di non lasciare la propria casa: situazione fin troppo rara nel calcio moderno. Rinunce ripagate con la maglia da titolare della primavera e un posto importante in prima squadra. Tanti i successi personali che sembrano comunque non allontanarlo dalle sue origini.