ANNO 14 n° 116
Non gli paga il fieno e lo pesta di botte
Finiti in tribunale per rissa, uno di loro costituito anche parte civile
14/10/2017 - 07:25

ORTE – Avrebbe avuto un debito di circa mille euro per una partita di fieno non pagata e così l’astio, cresciuto, tra i due, giorno dopo giorno. Fatto di telefonate dai toni forti e da minacce più o meno velate. Fino al 9 dicembre 2013, quando creditore e debitore si incontrano, del tutto casualmente, in una stazione di servizio vicino al casello autostradale di Orte. Pierluigi T. in compagnia di un collega, alla guida di un furgoncino rosso, Tito C. su un camion. Entrambi fermi per fare rifornimento.

''All’improvviso ho sentito degli schiamazzi e mi sono voltato. Tre persone, due sulla quarantina, uno poco più grande, si stavano picchiando. Avevano in mano un bastone di legno e si contendevano una sbarra di ferro. Sono dovuto intervenire per separarli e ho chiamato il mio titolare''. A raccontare, in aula, quegli istanti un dipendente della stazione di servizio. ''Non li conoscevo. Non sapevo i motivi di quella rissa. Ma abbiamo chiamato i Carabinieri’’.

Ed è proprio in quell’istante, che i due uomini, a bordo del furgoncino rosso, se ne sono andati.

''Hanno sentito dell’arrivo della pattuglia e sono scappati’’. Lasciando a terra il camionista, ferito al volto.

''Aveva uno spacco sul sopracciglio: lo abbiamo aiutato e abbiamo aspettato insieme l’arrivo degli uomini dell’arma’’ sottolinea il responsabile dell’area.

Una normale giornata di lavoro, che però li fa finire in tribunale. Ora tutti devono rispondere di rissa, danneggiamento e lesioni aggravate. Mentre davanti al giudice Silvia Mattei, la moglie dell’uomo ferito, imputato e parte civile, è pronta a spiegare i motivi di quell’astio, che sarebbero alla base della zuffa: ''Mio marito aveva preso da Pierluigi una partita di fieno: avremmo dovuto dargli mille euro. Ma non era affatto buono: gli abbiamo dato solo un acconto, con la promessa di saldare il debito una volta avuto un prodotto di qualità. Da lì sono nate le minacce: voleva tutti i soldi e subito. Purtroppo dalle parole sono passati i fatti. Avremmo dovuto denunciarlo’’.

Imputati e testimoni torneranno in aula il prossimo 8 novembre.






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