ANNO 14 n° 107
''Non devi fidarti di nessuno se non di me'', e si fa intestare casa e soldi
Medico di base a processo per circonvenzione di incapace, la vittima un’ 86enne
07/04/2018 - 06:33

VITERBO – Si sarebbe fatto intestare casa, soldi e una polizza sulla vita dal valore di 40mila euro, in un testamento redatto ''non si sa dove e non si sa quando'' da una delle sue più anziane pazienti.

A processo per circonvenzione di incapace, un medico di base originario di Oriolo Romano, ma residente e operante nel piccolo centro di Canale Monterano.

''Dopo che è morto suo marito, Rosa è diventata ancora più fragile. È caduta in depressione e molto spesso aveva attacchi di ansia e pianto – spiega in aula un’amica di vecchia data dell’86enne – viveva da sola e negli ultimi mesi di vita, la figura del suo medico curante era diventata sempre più presente''.

Quotidianamente nella sua vita, il dottore avrebbe tentato in tutti i modi di circuire l’anziana per farsi dichiarare erede universale di tutti i suoi avere: una casa di proprietà a Canale Monterano e i risparmi di una vita.

''Quel medico se la rigirava come voleva, Rosa era arrivata a fare tutto ciò che le chiedeva – sottolinea la donna – ecco perché non ho avuto dubbi su chi si riferisse quando un giorno mi ha raccontato di aver scritto un testamento ma di non ricordare nulla sul contenuto. E di non poter neppure rileggerlo, perché non era lei a custodirlo''.

Rosa, secondo l’ipotesi della Procura, sarebbe stata portata da un notaio, e lì, avrebbe sottoscritto un documento in cui il medico e la figlia dell’uomo venivano dichiarati eredi universali. ''Ma di quella giornata lei non ricordava niente, me lo ha confidato piangendo durante una delle nostre solite passeggiate per il paese - spiega l’amica davanti al giudice Silvia Mattei – aveva preso dei tranquillanti e la sua memoria si era come resettata''.

Rosa morì il 30 luglio del 2013, una manciata di giorni dopo essere trasportata d’urgenza al pronto soccorso di Bracciano.

''La sua salute negli ultimi mesi di vita era nettamente peggiorata, ma fino all’ultimo istante è rimasta lucida – conclude – le ripeteva di non fidarsi di nessuno all’infuori di lui. E così ha fatto. E’ a lui che ha intestato ogni suo avere''.

Parte civile nel processo la sorella di rosa, Annita, classe 1933. Si tornerà in aula a ottobre.





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