ANNO 14 n° 110
''Non abbiamo ammazzato nessuno'', lo scandalo Asl da Barbara D'Urso
06/02/2017 - 11:31

VITERBO - ''Non abbiamo ammazzato nessuno alla fine. Qualche ora, qualche commissione, ma non abbiamo ammazzato nessuno. Ma si fa così? I giornalisti devono fare così? A mettere tutto su internet e sui giornali''.

Sono queste le parole di una delle infermiere coinvolte nello scandalo Asl, catturate dalla telecamera di una giornalista di Domenica Live, il programma domenicale di Canale 5 condotto da Barbara D'Urso.

Nella prima parte della trasmissione andata in onda ieri, il dibattito è ruotato intorno al problema dei dipendenti pubblici assenteisti. Si è iniziato dai numeri: 126 milioni i giorni d'assenza dal lavoro nella p.a. nel solo 2015. Un dato impressionante, se confrontato con il lavoro privato, costato ai contribuenti 4 miliardi di euro.

Tra vigili urbani romani ammalati a Capodanno, falsi invalidi e ''furbetti del cartellino'', i riflettori della trasmissione non potevano non accendersi sull'ospedale Belcolle di Viterbo, con i suoi 23 (su 25) dipendenti del Centro Trasfusionale indagati, a vario titolo, per falso e per truffa ai danni dello Stato.

Le giornalista di Mediaset, dopo il reparto incriminato, si è spostata ai piani alti dell'Asl viterbese, dove la dirigenza si è ritrovata per le mani lo scandalo più rovente degli ultimi anni.

''Non appena ci verranno notificati tutti gli atti dalla Procura, attueremo le misure commisurate a questi ultimi, applicando la normativa vigente'' ha spiegato la d.g. Daniela Donetti all'inviata di Canale 5. Alla domanda, poi, se qualcuno degli indagati l'avesse in qualche modo contattata ha risposto, secca: ''No, sinceramente no''.

Finora, tra i dipendenti sotto indagine, ad essere sospese sono state soltanto due donne: l’infermiera 47enne Stefania Gemini, interdetta martedì dalla Procura della Repubblica, e la dirigente del reparto, la 63enne Tiziana Riscaldati, fermata venerdì dalla commissione disciplinare dell'Asl. Già da oggi però potrebbero venire applicati provvedimenti analoghi per gli altri indagati, valutando caso per caso a seconda delle responsabilità.





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