ANNO 14 n° 110
''Noi atipici, ma degni di stabilità''
Ieri la prima riunione del coordinamento: ''La Regione riconosca i nostri diritti''
31/03/2016 - 02:00

Riceviamo e pubblichiamo:

Si è riunito nel pomeriggio del 30 marzo il ricompattato coordinamento dei precari atipici della Asl di Viterbo.

L’esigenza di riunirsi e stabilire un’azione programmatica nasce dall’urgente necessità di far valere i propri diritti da troppi anni negati.

Per precari atipici della sanità si intende personale medico, biologi, psicologi, fisici, infermieri, assistenti sociali, personale tecnico e amministrativo che ogni giorno da anni svolgono il loro lavoro mettendo le loro specifiche competenze al servizio della salute dei cittadini viterbesi. In silenzio svolgono le stesse mansioni dei loro colleghi con contratti di dipendenza, facendo turni di guardia, lavorando nei giorni festivi, assumendosi le stesse responsabilità, assicurando il mantenimento dei Lea, i Livelli essenziali assistenziali, e quel livello di eccellenza a cui aspira la sanità pubblica laziale e che è un diritto dovuto per il cittadino.

Ma sono proprio i diritti che vengono negati a questi professionisti: non ferie, non aggiornamento, non tutela della maternità e della malattia. Quei volti a volte seri perché concentrati, a volte stanchi a volte sorridenti quando il proprio contributo è servito per salvaguardare la salute di una persona, i cittadini li incontrano tutti i giorni: in pronto soccorso, negli ambulatori e nei reparti, di notte quando tutto sembra più doloroso.

Ebbene la necessità di difendere il diritto al giusto e legittimo riconoscimento del proprio lavoro e continuare a servire con professionalità ed esperienza la popolazione locale spinge oggi questo gruppo di circa 120 persone a muoversi e parlare.

Chiederanno l’aiuto di tutti, dai cittadini ai dirigenti responsabili, da tutte le sigle sindacali a tutti quei rappresentanti politici che vorranno insieme amplificare la loro voce fino a portarla alla Regione Lazio, a volte così lontana dalle realtà ''periferiche''.

La recente posizione ufficiale di Zingaretti, che chiude la disponibilità della Regione a recepire quanto deciso a livello nazionale nella Legge di Stabilità ovvero la possibilità di accedere ai concorsi per la stabilizzazione dei precari della sanità da precari e non da perfetti sconosciuti, preoccupa, delude e sconcerta. Proprio dopo anni di lotte e di rinnovi sospirati fino al pomeriggio del 30 dicembre, dopo un avvio storico alla risoluzione del problema dei precari della sanità laziale, dopo anni di sprechi e di sacrifici del personale e dei cittadini stessi, arriva uno stop al processo di stabilizzazione che non deve passare inosservato.

Stanchi di essere la struttura portante di un palazzo che va difeso e ristruttrato, chiediamo il passaggio a tempo determinato dei nostri contratti, che venga recepita la Legge di Stabilità, contrari al ''concorsone'' regionale che non tutela le professionalità instaurate e cresciute nel tempo nella nostra cara realtà viterbese. E chiediamo che il passaggio a tempo determinato dei nostri contratti avvenga in tempi brevi, prima di aspettare con ansia le decisioni dell’ultimora, quando il mantenimento dei Lea è messo in pericolo e la cittadinanza è più esposta a disservizi e pericolose instabilità.

Il sistema sanitario abbandona e lascia alla deriva proprio quei soldati silenziosi che lo hanno servito pur rinunciando ai dovuti diritti per dedizione al proprio lavoro, amore per le persone che, con problemi di salute, si affidano alle competenze ed all’umanità di questa truppa.

Crediamo e speriamo di vedere accolta la nostra richiesta, da chi ha l’onestà e la volontà politica di difenderla, perché è giunta l’ora di contare quanti siamo, quanto manca al riconoscimento del nostro lavoro, quanto potrebbe pesare sulla salute dei cittadini quello che di fatto è una annunciata minaccia alla stabilità degli stessi Livelli Essenziali Assistenziali.

Il Coordinamento dei precari atipici della Asl






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