ANNO 14 n° 89
''Niente stabilizzazione per gli atipici''
Cisl e Uil non firmano l'intesa con la Regione per i precari delle Asl:
''Non sottoscriviamo accordi che creano disuguaglianze tra lavoratori''
23/06/2016 - 02:00

VITERBO - Precari atipici della sanità, il futuro è sempre più nero. Per i lavoratori del servizio sanitario con contratto a termine, non inquadrato come tempo determinato bensì come cocopro, cococo e simili, le possibilità di essere stabilizzati si riducono ogni giorno di più. Eppure dal primo gennaio 2017 i loro rapporti di lavoro così come sono in essere oggi non potranno venire rinnovati. Cornuti e mazziati. 

Quelli che comunemente vengono chiamati ''atipici'', infatti, sono rimasti esclusi dalla garanzia di riserva del 50% dei posti che verranno messi a concorso per l'agognata assunzione a tempo indeterminato. Almeno così certifica la bozza di decreto del commissario ad acta per la sanità laziale, il governatore Nicola Zingaretti, riassunto nella circolare del 10 giugno 2016 della Regione Lazio, settore Salute e Politiche sociali, denominata ''Procedure di stabilizzazione e nuove modalità del sistema di autorizzazione e controllo delle assunzioni di personale''. Il che vuol dire che il lavoro che prestano da anni nelle Asl del territorio non dà agli atipici diritto ad una procedura riservata in quello che sarà il mega concorsone. Questa situazione critica riguarda per lo più la Asl di Viterbo, che rispetto alle altre del Lazio conta un numero decisamente più alto – circa 130 - di precari atipici.

Proprio per la mancata tutela all’interno del piano regionale di questi lavoratori, professionisti che da anni contribuiscono al mantenimento dei Lea e dei servizi sul territorio, Cisl e Uil non hanno sottoscritto il protocollo d’intesa proposto dalla Regione. Al contrario della Cigl, che invece ha dato parere favorevole. ''La Cisl e la Uil non condividono e non sottoscrivono accordi che creano diseguaglianze. E questo è un accordo al ribasso’’ sottolineano Roberto Chierchia e Sandro Bernardini, segretari generali regionali rispettivamente di Cisl Fp e di Uil Fpl. Un accordo teoricamente diretto a stabilizzare il personale precario che non possiede i requisiti del DPCM 6 marzo 2015, ‘’ma per il quale - aggiungono - ancor oggi non sono partite, benché a più riprese annunciate, le procedure di stabilizzazione relative al triennio 2016/2018. È un accordo che non contiene alcuna garanzia per il personale precario che già oggi assicura i servizi sanitari''.

Cisl e Uil, dunque, rispediscono al mittente la bozza di accordo: le ragioni per cui le due sigle non hanno firmato il protocollo sono strettamente connesse proprio all’esclusione dalla garanzia di riserva previsto nella finanziaria per l’anno 2016 - il 50% dei posti che verranno messi a concorso -, del personale che da numerosi anni opera all’interno delle Aziende sanitarie del Lazio con altre forme di rapporto di lavoro flessibile. I cosiddetti contratti atipici.

''Il protocollo ricomprende sicuramente tutto il personale medico, forse poche decine di tempi determinati dell’ultima ora afferenti al comparto – continuano Chierchia e Bernardini -, ma esclude purtroppo le migliaia di lavoratori che da oltre dieci anni operano nel Ssr e che, se non ricomprese nel protocollo, non avranno alcuna garanzia, o meglio riserva, nei concorsi che si andranno a bandire entro l’anno. Riteniamo tutto ciò in totale controtendenza rispetto alle pubbliche dichiarazioni istituzionali di dare massima garanzia a tutto il personale cosiddetto precario''.

''Plaudiamo alla decisione regionale di esercitare una facoltà che una legge sbagliata le concede, ma non possiamo sottoscrivere un protocollo che non tiene conto, rispetto al resto d’Italia, della grande anomalia de Lazio – aggiungono - che ha derogato al blocco del turnover degli ultimi dieci anni, costringendo al precariato migliaia di professionisti della sanità (infermieri, tecnici, ostetriche, terapisti, etc ). Infatti in questa regione, con il placet delle varie giunte susseguitesi nel tempo, si è proceduto alla assunzione, per il tramite di discutibili strumenti di reclutamento – concludono -, come lavoro somministrato, esternalizzazione a cooperative, etc etc, di personale al quale tale protocollo non riconosce poi i medesimi diritti alla stabilizzazione''.

Sul fronte territoriale della Tuscia, dei precari della Asl in generale e degli atipici in particolare si è sempre occupato in prima persona il segretario provinciale della Uil Fpl, Lamberto Mecorio. ''I lavoratori precari per noi sono da sempre tutti uguali e hanno tutti identico diritto alla stabilizzazione – commenta in conclusione -, non devono esistere differenziazioni di alcun tipo. Il no della Uil alla proposta della Regione Lazio è un atto di coerenza da parte di chi si è sempre battuto in difesa dei lavoratori''.

Facebook Twitter Rss