ANNO 14 n° 116
''Nessun animale dovrebbe essere sfruttato per una tradizione''
22/04/2017 - 18:41

Riceviamo e pubblichiamo da Paola Re, consigliera Lega Italiana Difesa Animali

BOMARZO - Gentili signore e signori, ho appreso dai mezzi di informazione che il 25 Aprile a Bomarzo correranno i cavalli al Palio di Sant'Anselmo ''(...) la pista in località Fossatello riaprirà i battenti in una veste rinnovata grazie all'introduzione di ulteriori misure di sicurezza. Le ultime, in ordine di tempo, realizzate grazie alla sistemazione di materassi lungo tutto il circuito (...)Massima attenzione dunque alla completa fruibilità dell'evento senza alcun rischio. La gara, le cui origini risalgono intorno al 1600, consiste in un'avvincente corsa di cavalli con fantino, in onore del patrono S. Anselmo. A sfidarsi sono i cinque rioni del paese (...)''.

Oltre alla corsa dei cavalli, ci saranno le reliquie del Santo esposte nel Duomo, la fiaccolata, la Sagra del Biscotto, la Fiera del Palio, il corteo storico; è fuor di ogni dubbio che questa sia una festa molto sentita. La dedizione a un Santo Patrono, l'entusiasmo e la passione per la tradizione sono comprensibili ma il concetto di tradizione fornisce spunti di riflessione e di discussione quando in una manifestazione storico-culturale vengono usati gli animali, in questo caso i cavalli che, cavalcati da fantini, vengono fatti correre per pochi minuti in una pericolosa e insensata corsa che spontaneamente non farebbero mai.

Ho visto l'incidente avvenuto nel 2015 con la morte di un cavallo e il ferimento di due fantini https://www.youtube.com/watch?v=p5EVSzR0N_w&feature=youtu.be e ho provato un misto di dolore e rabbia proprio perché chi protesta contro queste corse è consapevole dell'alto rischio a cui sono sottoposti quei disgraziati animali, inconsapevolmente, e i fantini, consapevolmente.

Dopo la pausa di un anno a seguito dell'incidente, ecco che il palio riprende 'senza alcun rischio': la solita frottola a cui non crede neppure chi la racconta.

Non conosco a fondo la storia di questo Palio ma so che nelle diverse corse di cavalli su e giù per l'Italia qualche cavallo a fine corsa non ci è mai arrivato, stramazzato al suolo morto o ferito irrimediabilmente. Ho guardato alcune corse degli anni precedenti e, anche se prive di incidenti, sono stati spettacoli desolanti

https://www.youtube.com/watch?v=YD2_fRVMaQo

https://www.youtube.com/watch?v=uSfZpLsJjug

Gli organizzatori mostrano l'orgoglio di portare avanti una tradizione, di riportare in luce gli antichi valori e quella socialità che rende più gradevole il vivere civile, distogliendo così l'attenzione dall'aspetto critico: lo sfruttamento dei cavalli. Quando si contestano corse di animali nei palii, la risposta che si ottiene è una giustificazione in nome della tradizione storica, non curandosi affatto del problema legato alla sofferenza e allo sfruttamento degli animali.

Ammiro l'impegno di artisti, musici, sbandieratori, tamburini, dame, cavalieri, alfieri, araldi. Bomarzo ha il diritto e l'onore di mantenere la tradizione del Palio ma lo faccia con giornate di studio, convegni, conferenze, proiezioni di film e documentari, mostre, laboratori didattici, giochi, sfilate in costume. Ci sono tante idee stimolanti per onorare una tradizione, ma teniamo i cavalli lontani da quella corsa che per loro non è un onore ma un onere.

Oltre 650 psicologi hanno sottoscritto un documento promosso da Annamaria Manzoni, psicologa e psicoterapeuta, ipnositerapista e grafo analista, http://annamariamanzoni.blogspot.it/p/documento-psicologi.html in cui si esprime ''motivata preoccupazione rispetto alle conseguenze sul piano pedagogico, formativo, psicologico della frequentazione dei bambini di circhi, manifestazioni e spettacoli in cui vengono impropriamente impiegati animali. Queste realtà, infatti, comportano che gli animali siano privati della libertà, mantenuti in contesti innaturali e in condizioni non rispettose dei loro bisogni, costretti a comportamenti contrari alle loro caratteristiche di specie. Tali contesti, lungi dal permettere ed incentivare la conoscenza per la realtà animale, possono essere veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi, indurre al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolare lo sviluppo dell'empatia, che è fondamentale momento di formazione e di crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e allegra, alla pena, al disagio, all'ingiustizia''.

Nessun animale dovrebbe essere sfruttato in nome di nessuna tradizione; è necessario promuovere una cultura e un turismo nel rispetto di ogni forma di vita animale e prendere coscienza che gli animali non sono fenomeni da baraccone ma compagni e compagne di vita: le istituzioni dovrebbero farsi promotrici di tale sensibilità.






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