ANNO 14 n° 114
Nas e polizia locale
alle Masse di San Sisto
Lo spazio č gestito da un'associazione
con oltre 10mila iscritti
17/10/2014 - 12:42

VITERBO - Nas e polizia locale alle Masse di San Sisto. L’area termale, sulla Cassia Sud all’altezza dello svincolo per Vetralla, è gestita da un’associazione. Il blitz delle forze dell’ordine è stato finalizzato all’acquisizione di documenti dell’associazione stessa (atto costitutivo, statuto e verbali d’assemblea) e alla documentazione relativa le strutture in legno presenti in prossimità delle vasche. Sono state scattate anche diverse fotografie agli ambienti.

Al momento non trapela di più. L’esperienza della gestione dell’area termale delle Masse di San Sisto è iniziata nel 2004 e fino al 2012 è proseguita con un’associazione diversa da quella attuale. Si tratta di un terreno privato, di proprietà di una società, su cui c’è una presenza termale spontanea. Come al Bullicame, al Bagnaccio e alle Piscine Carletti. Il posto è stato sempre piuttosto frequentato, ma con la gestione delle associazioni e il miglioramento dell’area è diventato un vero e proprio punto d’interesse turistico.

Per accedere serve una tessera annuale di trenta euro, per un numero d’ingressi illimitato. Il numero d’iscritti supera le 10mila unità. Non è chiaro cosa stia accadendo, ma da diverso tempo le Masse di San Sisto hanno attirato interesse. A quanto risulta non è stata rilasciata nessuna concessione mineraria per l’utilizzo di quell’acqua. Si tratta quindi di una zona a termalismo spontaneo. Indiscrezioni dalla Regione Lazio introducono ulteriori elementi. Sembra infatti che la questione delle acque che servono le Masse di San Sisto sia stata affrontata all’interno dell’apposita commissione regionale delle acque termali. Sembrerebbe quindi che ci sia qualche imprenditore interessato a quella concessione termale.

Saranno gli inquirenti, a questo punto, a stabilire se l’attività dell’associazione è corretta e può continuare. All’orizzonte comunque si intravedono nuove possibilità per un’area che negli ultimi anni è diventata una sorta di fiore all’occhiello del termalismo viterbese a basso costo.






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