ANNO 14 n° 88
Né con Berlusconi,
né con Alfano
Battistoni attendista: ''Andremo con chi permetterà la democrazia interna
19/11/2013 - 02:01

VITERBO – (roc) Né con Berlusconi né con Alfano. Questa la posizione assunta da Francesco Battistoni all’indomani della scissione nel Pdl che ha portato da una parte alla (ri)nascita di Forza Italia e dell’altra alla costituzione del Nuovo Centrodestra.

‘’Una posizione attendista – dice il diretto interessato – per vedere se e come, dall’una e dall’altra parte, organizzeranno il lavoro sui territori. Mi spiego meglio: dopo la gestione fallimentare che fin qui abbiamo avuto a livello locale, io e il mio gruppo di amici vogliamo vedere se effettivamente cambierà qualcosa sui territori, dove ancora oggi pochi intimi decidono nelle segrete stanze la linea politica e gli incarichi, senza democrazia interna e senza neanche un minimo di dialogo con la base e con gli iscritti’’.

‘’Da questo punto di vista ci metteremo ad osservare cosa faranno Fi e Ncd, senza escludere nulla ma valutando solo ed esclusivamente il loro progetto politico’’.

Battistoni non lo cita mai, ma quello che non vuole, pare di capire, è Giulio Marini padre-padrone del partito. Tra i due, cofondatori della prima Forza Italia, come è noto si sono creati solchi profondissimi che probabilmente sono destinati a rimanere tali, perlomeno a lungo. E se Marini ha professato sempre la sua fede in Berlusconi, come lui stesso ebbe modo di dire, svelando proprio a Viterbonews24 una sua missiva spedita al Cavaliere in tempi non sospetti, Battistoni potrebbe cavalcare la scissione nel centrodestra proprio per regolare conti: ‘’Una cosa è certa – puntualizza – se Forza Italia dovesse ripercorrere la strada dei commissariamenti, rimettendo in gioco personaggi che hanno già dato, possiamo dire sin da ora che la cosa non ci interessa’’.

‘’Ricordo – spiega ancora Battistoni – che fui io, insieme a Mauro Rotelli ed altri, a chiedere a gran voce un congresso del Pdl provinciale. Avevamo capito, già allora, che si era superato il limite di guardia e che era giunto il momento di voltare pagina e di dare vita a una nuova gestione del partito che fosse in grado di coinvolgere tutti: iscritti e simpatizzanti. La nostra richiesta cadde nel vuoto, tanto che Rotelli e altri furono costretti a cambiare partito. Io rimasi dentro, ma le mie furono tutte battaglie contro i mulini a vento. Che ora occorra un nuovo modello di aggregazione, a partire dal tesseramento e dalle primarie – riprende – è sotto gli occhi di tutti. Non basta più che sotto un nome nuovo ci sia la solita minestra riscaldata’’.

Ma se lei evoca le primarie non significa che probabilmente è un po’ più vicino ad Alfano?

‘’Assolutamente no. Seguiremo attentamente sia Berlusconi che Alfano, cercando di capire cosa vogliono fare e dove vogliono andare. Anche perché per ora abbiamo assistito soltanto a una conta dei parlamentari e nel consiglio nazionale. Dopo la conta le due formazioni dovranno ripersi di contenuti. Noi non abbiamo fretta, se non ci saranno grossi colpi di scena si voterà alle Europee nel 2014. Abbiamo tutto il tempo per osservare e per ragionare. Nella maggior parte dei Comuni ci sono nostri amministratori che provengono da liste civiche e che continueranno a lavorare per le loro comunità senza avvertire l’esigenza di schierarsi con l’uno o con l’altro’’.

Oltre che osservarli, avete qualcosa da dire a chi, in provincia, ha già fatto la sua scelta di qua o di là?

‘’Loro hanno fatto una professione di fede. Gli auguro un buon lavoro e un in bocca al lupo, ma per occuparsi del territorio occorre democrazia interna, dialogo e discussione. Si può essere anche molto duri all’interno di un partito ma poi uscire compatti dalla sede. Noi, insieme a tanti amministratori che stanno dando il loro contributo, vogliamo un partito vero, vivo e dinamico. Vedremo chi vorrà realmente cambiare’’.





Facebook Twitter Rss