ANNO 14 n° 115
Morto don Camillo Gentili
I funerali si svolgeranno domani alle 15.30 a Castiglione in Teverina
24/03/2019 - 19:57

VITERBO - E' morto don Camillo Gentili. I funerali si svolgeranno domani 25 marzo alle 15.30 nella Chiesa dei Santissimi Filippo e Giacomo a Castiglione in Teverina.

Ecco il ricordo del vicario generale don Luigi Fabbri: “Credo di essere sempre stato a disposizione dei fedeli giorno e notte durante il mio lungo mandato”. Così scriveva don Camillo in una pubblicazione a ricordo del suo 60° anniversario di sacerdozio.

E così vogliamo ricordarlo, nel giorno in cui il suo lungo servizio si è concluso all’Ospedale Belcolle, dove don Camillo è stato ricoverato per poche ore a seguito di un improvviso malore e dove oggi è morto.

Un prete a disposizione, fino all’ultimo, contento di poter ancora essere utile a fianco del Parroco di Castiglione in Teverina, dove don Camillo era rimasto anche dopo aver lasciato, nel 2007, la guida della Parrocchia di cui era stato Parroco per 53 anni, dal novembre 1954 all’agosto 2007.

Don Camillo era entrato nel Seminario di Bagnoregio nel 1938, a 11 anni, poi era passato al Seminario Regionale “S. Maria della Quercia” per i tre anni di liceo e i quattro di teologia.

Il 29 giugno dell’Anno Santo 1950 fu consacrato Sacerdote nella Cattedrale di Bagnoregio dal Vescovo Mons. Luigi Rosa.

Il suo primo compito fu quello di vicerettore, professore ed economo al Seminario di Bagnoregio. Contemporaneamente fu parroco di Vaiano (dall’agosto 1950 all’agosto 1952) e poi di Civita di Bagnoregio (dall’agosto 1952 al novembre 1954). Nel novembre del 1954 fu nominato Parroco di Castiglione in Teverina.

Per capire lo spessore dell’uomo e del prete basti soltanto citare alcuni ricordi che don Camillo aveva annotato dei due anni a Vaiano. Non c’era ancora il ponte di Lubriano e per arrivarci da Bagnoregio ci volevano due ore di cammino. “Questo compito lo svolsi per due anni tutte le domeniche, con il fango d’inverno e la polvere d’estate”, scriveva don Camillo. E particolarmente toccante è la descrizione da lui fatta del suo primo Natale da sacerdote: “Abituato alle solennità della liturgia praticata in Seminario, ricca di cerimonie e di canti, trovarsi in una Chiesetta sperduta in campagna mi fece piuttosto impressione. Non c’era ancora a Vaiano la luce elettrica. Alla sera, dopo un frugale cenone presso una famiglia, aspettai la mezzanotte. Durante quest’attesa compiuta nel buio e nel silenzio più assoluti, si scorgevano gruppetti di persone munite di un lume o una torcia che venivano verso la chiesa. In lontananza si sentiva il suono delle campane delle parrocchie confinanti … Celebrai la S. Messa al lume di candele e al canto di Tu scendi dalle stelle come sapevano cantarlo i fedeli presenti”.

Nel 1954 cominciò il suo lungo servizio a Castiglione in Teverina, dove è stato apprezzato e amato per la sua semplicità e immediatezza, per la sua disponibilità e dedizione.

Grazie, don Camillo. Te lo dice il Vescovo Lino; te lo dicono i tuoi confratelli sacerdoti e i tuoi parrocchiani.

Continua dal cielo a pregare per la tua Chiesa che hai amato e servito''.






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