ANNO 14 n° 111
Morto di tumore, medico dovrà risarcire
Decisione della Cassazione: ecco perché il dermatologo va condannato
19/11/2017 - 02:54

VITERBO - Non è il paziente a dover dimostrare la colpa del medico ma è il professionista, al contrario, che deve provare di aver agito con diligenza. Lo dice la Corte di Cassazione che per questo ha confermato a un dermatologo della Tuscia la condanna al risarcimento danni per la morte di un paziente che aveva lamentato escoriazioni sulla bocca, alle quali il medico non aveva dato la dovuta attenzione mancando di prescrivere indagini approfondite sulla loro causa.

A citare in giudizio il dermatologo erano stati i familiari del paziente che poi era morto. Secondo gli eredi il medico non avrebbe diagnosticato tempestivamente la malattia che aveva portato al decesso del loro congiunto. Malattia che con una diagnosi precoce avrebbe potuto essere curata più prontamente ed efficacemente.

Il medico era stato condannato dal Tribunale di Viterbo e poi dalla Corte d’appello che aveva confermato la sentenza di primo grado. In particolare, secondo quest’ultima, la “storia clinica del paziente e i sintomi da questi presentati, al momento della prima visita” eseguita dal medico, avrebbero dovuto indurre quest’ultimo almeno a sospettare la possibile esistenza della malattia che aveva portato alla morte del paziente e “a disporre quindi esami più approfonditi”.

Il caso è arrivato in Cassazione. La sezione civile si è pronunciata sulla base della circostanza che il dermatologo aveva omesso un esame istologico che se eseguito, avrebbe permesso di accertare una malattia tumorale molto prima di quanto avvenuto. E ha ricordato che, nella responsabilità medica, “l'attore non è tenuto a provare la colpa del medico: è quest'ultimo, semmai, che deve dimostrare di aver agito con diligenza”.






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