ANNO 14 n° 115
Mortale Cimina, aperto un fascicolo per omicidio stradale
Iscritto nel registro degli indagati il conducente della Ford Fiesta
19/01/2019 - 06:56

VITERBO – Non verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Giulio Cesare Meschini, l’ingegnere 91enne deceduto in un tragico incidente sulla Cimina il 16 gennaio. Dopo il riconoscimento e l’ispezione esterna cadaverica, effettuati ieri dal medico legale di Belcolle, il pm Massimiliano Siddi ha deciso di non procedere con l’esame autoptico in quanto risultano evidenti le cause della morte.

Intanto i poliziotti della stradale che stanno seguendo il caso sono in attesa dei risultati degli esami tossicologici a cui sono stati sottoposti i due conducenti delle utilitarie coinvolte nello scontro. Migliorano le condizioni della figlia di Meschini, che era alla guida dell’auto al momento dell’incidente, e del conducente rumeno dell’altro veicolo che è stato dimesso nella serata di ieri. Nei confronti dell'uomo è stato aperto un fascicolo per omicidio stradale.

Restano ancora gravi invece anche le condizioni del figlio 54enne di Meschini, il quale risulterebbe essere ancora in rianimazione e, a seguito del delicato intervento alla testa, i medici non avrebbero ancora sciolto la prognosi.

Giulio Cesare Meschini, era nato a Viterbo il 22 giugno del 1927 e tra il 1957 e il 1965 era stato direttore dei lavori del lato italiano del traforo del Monte Bianco. Proprio a quella vetta erano legati molti aspetti della vita sentimentale dell’ingegnere viterbese. A Courmayeur conobbe infatti Franca, quella che in seguito diventò suo moglie, e a pochi giorni dall’inaugurazione del tunnel nacque anche suo figlio Pierpaolo. Il 2 ottobre del 1978 venne nominato commendatore dell’ordine al merito della Repubblica Italiana. Una vita importante quella di Giulio Cesare Meschini, che si è però spezzata tragicamente in una delle strade maledette della Tuscia. Al momento non è ancora stata fissata una data per i funerali.





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