ANNO 14 n° 110
Monti: con Berlusconi spread a 1200, poi si scusa
08/08/2012 - 09:53

«Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200 o qualcosa di simile», attacca il premier Mario Monti in un'intervista rilasciata il mese scorso al Wall Street Journal e pubblicata oggi sul sito. Fonti di Palazzo Chigi, avendo sentore del polverone che si stava per alzare, precisano subito che comunque non c'è alcuna intenzione polemica nei confronti del passato esecutivo e che la stima di uno spread a 1200 viene da una proiezione degli effetti della speculazione sul nostro paese se non si fossero dati segni di discontinuità con il passato.

LA TELEFONATA - Eppure questa prima parziale rassicurazione non è servita a ricucire lo strappo con Berlusconi, tanto da indurre il premier Monti a chiamare il suo predecessore per chiarire la frase sullo spread. Il premier ha spiegato che si trattava di una «banale e astratta estrapolazione» di una più ampia intervista al WSJ. «Il presidente del Consiglio, Mario Monti, come ha chiarito in un colloquio telefonico con il presidente Silvio Berlusconi, è dispiaciuto - si legge in una nota di palazzo Chigi - che una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread sia stata colta come una considerazione di carattere politico, il che non rientrava per nulla nelle sue intenzioni».

LA MENTALITA' - Ad ogni modo Monti nella sua intervista al Wall Street Journal il premier ha affrontato diversi aspetti, tra cui la necessità di cambiare le abitudini dei suoi connazionali: «Spero che il mio governo possa aiutare gli italiani a modificare la loro mentalità». «Questo non vuol dire - ha aggiunto - che io voglio sostituire la mentalità degli italiani con quella dei tedeschi. Ma ci sono alcuni aspetti dei comportamenti italiani, come per esempio la solidarietà spinta fino a livello di collusione, che sono alla radice di cose come l'evasione fiscale, che il mio governo sta combattendo con impegno e strumenti senza precedenti».

GLI ELOGI - E così a pochi giorni dalla bufera scatenata da un'intervista a Der Spiegel, per Mario Monti è il momento di incassare un po' di sostegno. L'elogio arriva in un articolo «The italian job: Premier Talks Tough to Save Euro»: «Il compito dell'Italia: il premier parla duro nel tentativo di salvare l'euro», spiega il quotidiano che dedica due pagine al presidente del Consiglio.

L'ANOMALIA- Secondo il quotidiano finanziario americano, il professore è «un'anomalia in Europa: un leader non eletto chiamato a realizzare impopolari cambiamenti nei cui confronti i politici del Paese erano riluttanti. Monti fa affidamento sulla tolleranza dei principali partiti politici italiani e non ha un suo potere di base, ad eccezione della sua credibilità personale».

«CIRCOLO VIZIOSO»- «La sua natura disciplinata è più tedesca che italiana», prosegue il Wsj, mentre il suo senso dell'umorismo «è decisamente più britannico». Da questa estate il presidente del Consiglio italiano si trova però «in un circolo vizioso», sottolinea il panegirico del quotidiano, a firma Alessandra Galloni e Marcus Walker, visto «che più propone misure impopolari, più i partiti politici minacciano di ritirare l'appoggio al suo governo». Per il Wall Street Journal, «lo spettro dell'instabilità politica ha scosso i mercati e ha spinto ulteriormente verso l'alto i costi dell'indebitamento dell'Italia. A Monti serviva più aiuto dall'Europa per portare l'Italia fuori dal mirino dei mercati, ma nessuno è stato disponibile. La Germania ha invece chiesto riforme interne più dure».






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