ANNO 14 n° 79
Mister Conticchio: “Allenate il talento e non smettete mai di credere ai vostri sogni”
12/12/2018 - 09:30

VITERBO - “Allenate il talento e non smettete mai di credere ai vostri sogni”. È il messaggio lanciato dall’ex giocatore di Serie A di Torino e Lecce e allenatore della Viterbese Alessandro Conticchio durante il primo incontro (che si è tenuto lunedì 10 dicembre nella sala multifunzionale “Terzoli” dell’impianto cittadino) organizzato dal Barco Murialdina nell’ambito delle iniziative formative per la Scuola calcio Elite.

Prima di intraprendere la carriera da allenatore, Alessandro Conticchio,originario di Celleno, è stato un calciatore di serie A che ha mosso i primi passi nella scuola calcio del Pianoscarano.

Quindi il passaggio nel settore giovanile dell’Inter (dove fu il capitano della squadra Primavera) fino all’esordio da professionista a Gualdo Tadino e il debutto nella massima categoria a Lecce e poi a Torino. Attualmente è un collaboratore di Cristiano Lucarelli che fino a qualche mese fa ha allenato il Livorno in Serie B.

All’incontro, fortemente voluto dal Direttore Tecnico del Barco Murialdina Massimo Baggiani e dal Responsabile della Scuola Calcio Roberto Valeri, hanno partecipato il tecnico della Prima squadra Mr. Riccardo Ranaldi, i tecnici del settore giovanile Cesare Rondini, Roberto Merangoli, Daniele Angelucci, Giorgio Germano, Luciano Grazini, Mirko Fortini, Piergiorgio Zappi oltre a numerosi dirigenti, genitori e giovani calciatori del Barco Murialdina.

Erano presenti inoltre il Delegato prov.le e Cons. Reg.le della Figc Renzo Lucarini e il Resp.,le Figc per l’attività di base Vito Di Benedetto, la dirigente Coni Marina Centi e diversi allenatori di altre società locali interessati al tema dibattuto.

Conticchio ha parlato della sua carriera da calciatore, delle esperienze che ha maturato sui terreni di gioco di tutta Italia per poi soffermarsi sulla tematica principale della serata “La tecnica calcistica nel giocatore moderno”, un aspetto fondamentale nella crescita di un giovane calciatore.

“La tecnica nel calcio è tutto – sottolinea con vigore -. Da un lato ci sono le doti naturali, dall’altro ci deve essere la voglia di migliorarsi giorno per giorno, di seguire i consigli degli allenatori, di carpire qualsiasi segreto. Il calcio è cambiato: al giocatore viene richiesta una buona tecnica di base abbinata alla velocità. Oggi un calciatore in una frazione di secondo deve ricevere il pallone, stoppare e guardare il movimento del compagno a cui passare la palla. E tutto questo si fa a grande velocità. Per questo prima e oltre che allenare la parte atletica il giocatore moderno deve allenare il cervello, la capacità di ragionare già prima di ricevere la palla, di capire in pochi secondi come disporsi con il corpo per abbreviare i tempi delle giocate. L’allenatore moderno deve allenare tutto questo per formare il calciatore moderno”.

L’ex Lecce e Torino ha invitato i tecnici del Barco Murialdina ad allenare costantemente il talento: “Solo l’allenatore che vive sul campo può riconoscere se un calciatore ha del talento o meno. E quando questo talento c’è va allenato costantemente. I ragazzi devono avere la possibilità di giocare sempre la palla, di tentare un dribbling anche se marcati, di provare una giocata difficile. Può andare male qualche volta, ma nella maggior parte dei casi va bene perché è l’istinto che guida questi gesti e i ragazzi devono sentirsi liberi di mostrare le loro capacità, la loro fantasia”.

Lo stesso concetto è stato ribadito ai tanti giovani calciatori della società presieduta da Sergio Pollastrelli presenti all’incontro: “Non abbiate paura di provare un dribbling, di giocare il pallone se un avversario vi pressa. Fatelo perché prima o poi quella giocata vi riuscirà. Giocare al calcio vuol dire divertirsi, fare sport, stringere nuove amicizie. È una scuola di vita”.

Durante l’incontro Alessandro Conticchio ha anche ricordato un aneddoto legato alla sua carriera da calciatore: “Ero a Lecce e quella domenica giocavamo il derby contro il Bari. Io avevo l’abitudine di preparare molto bene le partite e mi ero allenato così bene che ero sicuro di segnare. Avevo studiato l’avversario in maniera dettagliata e avevo sognato come fargli gol. Alla fine ho fatto gol così come lo avevo immaginato, esattamente allo stesso modo. Da quel giorno sono convinto che i sogni si avverano”.

 







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